Guardiagrele, 20 maggio 2021 - Lei si era trasferita da un'altra regione per stare insieme a lui e ai cavalli, si erano conosciuti in una chat. Lui per due anni ha maltrattato lei e i cavalli, minacciando di macellare questi ultimi se lei si fosse ribellata.

L'aveva agganciata su facebook dicendo che aveva chiuso il maneggio, ma che aveva ancora 30 cavalli e si occupava di trasporto equino. Le aveva promesso di farla lavorare con i cavalli, avevano la stessa passione, è caduta nella trappola infernale. Subito lui ha usato i cavalli come ricatto per farle subire ogni genere di vessazione, minacciando di macellarli se lei non avesse accondisceso.

Poi, dopo l'ennesimo episodio che l'ha costretta a rivolgersi alle cure dei medici, la donna si è decisa a denunciare. E adesso il cavallaro, un 47enne di Guardiagrele (Ch), già noto alle forze dell'ordine, non potrà più avvicinarsi a lei, né alla casa dove vivevano insieme.  È il provvedimento emesso dal gip del tribunale di Chieti Andrea Di Berardino, su richiesta del sostituto procuratore Marika Ponziani, eseguito dagli agenti della squadra mobile della questura di Chieti. Il 47enne inoltre non potrà avvicinarsi ai luoghi di lavoro della donna.

L’attività di indagine è stata condotta dalla sezione della squadra mobile della questura teatina specializzata per i reati contro la persona, in particolare quelli commessi in danno di minori e quelli di genere. Gli investigatori hanno ricostruito oltre due anni di vessazioni, maltrattamenti e violenze verbali e fisiche. 

Un incubo cominciato quando la donna, che abitava in un'altra regione, attratta dalla possibilità di lavorare con i cavalli, aveva raggiunto l'uomo e iniziato una relazione con lui. Non sapeva dei suoi precedenti, essendo il cavallaro già noto alle forze dell'ordine per reati contro il patrimonio e la persona. 

Nel 2013 era stato sottoposto a un provvedimento analogo per reati commessi nei confronti della ex e dei figli. E ben presto, anche con la nuova compagna, ha iniziato a manifestare un'indole aggressiva, aggravata dall'abuso di alcolici.

Le indagini hanno scoperchiato una realtà terribile: più volte la donna si era rivolta a strutture sanitarie per le lesioni riportate dopo le botte, oltre a diversi episodi di minaccia nei suoi confronti e verso i familiari. Lo scorso aprile, al culmine dell'ennesima violenta lite, la donna è andata in questura, sporgendo denuncia contro il compagno. Poi, con l'aiuto di un centro antiviolenza che le ha offerto sostegno e ospitalità in una struttura protetta, ha abbandonato l'abitazione che condividevano.

Ma questo non ha fermato l'ex, che ha iniziato ad appostarsi nei pressi del luogo di lavoro di lei, continuando con le minacce e arrivando addirittura a dirle che avrebbe ucciso i cavalli se lei non avesse ritirato le denunce. La donna ha resistito due anni alle violenze per salvaguardare i cavalli, che nel frattempo sono stati sequestrati, e anche per i cavalli c'è l'ipotesi di maltrattamento e macellazione clandestina al vaglio delle autorità.

Grazie al sequestro, il motivo del ricatto morale viene meno, e speranzosamente la donna riuscirà - salvati e messi al sicuro almeno i cavalli che le appartengono - e liberata dall'ex compagno, a riprendere in mano la propria vita.

Il sogno della donna, quando tutto questo sarà passato, è di avviare un centro di recupero per cavalli maltrattati, con cui curare se stessa e altre persone.