Il fenomeno di adulti che approfittano della vicinanza con minorenni in condizioni di fragilità nel mondo dello sport per tessere relazioni tossiche è diffuso.

Quantificarlo oggettivamente è impossibile, perché capita che le vittime non denuncino per via della paura e della vergogna. Vi sono paesi al mondo, come gli USA, dove il reato di pedofilia non si prescrive mai, dunque è più probabile che le vittime, una volte adulte, trovino il coraggio di denunciare per tentare non solo di arrivare a punire il colpevole, ma anche per frenare questi predatori dal ripetere l'assalto su altri minori.

In Italia, questo tipo di reati sono perseguibili se a denunciare è la vittima e il termine per la proposizione della querela è di dodici mesi. Una volta fatta la denuncia, questa è irrevocabile.

Si procede tuttavia d’ufficio se il reato è a danno di minorenne. Significa che può denunciare anche una persona diversa da quella che ha subito il danno.

In generale, i reati sessuali vanno in prescrizione dopo 15 anni, ai sensi dell’art. 157 c.p..

La prevenzione

Il pedofilo, non fermato, andrà avanti a tessere relazioni tossiche, perché quello della pedofilia è un reato che tende a diventare maniacale quanto più non viene isolato e messo al bando prontamente.

Come riconoscere un pedofilo? Purtroppo non ce l'hanno scritto in fronte, quindi occorre partire da piccoli segnali.

Ecco alcuni tratti della personalità abusiva che minorenni e genitori devono imparare a riconoscere, per stanare il predatore sessuale di minori ed evitarlo.

  • Urlare spesso agli allievi di fronte agli altri o dire loro cose degradanti per lederne l'autostima. L'umiliazione del prossimo non fa parte dei metodi corretti di formazione.
  • Dare priorità assoluta ai risultati competitivi prima del benessere fisico e mentale di persone e animali coinvolti. Vincere piace a tutti, ma importa anche come. Se per vincere occorre abusare del cavallo, picchiarlo, doparlo, si innesca una forma mentis di non rispetto dell'altro per la quale al momento opportuno l'abuso può essere trasferito sull'allievo, visto come oggetto da usare per i propri piaceri.
  • Permettere il bullismo nel circolo sportivo. Un istruttore che permette comportamenti scorretti, che non tutela le persone più fragili, non ha una buona etica.
  • Fare giochi di potere con gli allievi. L'istruttore che fa giochi mentali con allievi per degradarli, per avere sempre ragione, per umiliarli, per subordinarli, manipolarli e obiettivi simili,  è potenzialmente pericoloso perché non è una persona emotivamente equilibrata.
  • Istigare il timore o l'inopportunità di riferire ad adulti o genitori quanto avviene al circolo. L'istruttore che cerca di convincere l'allievo che quanto succede in maneggio non va riferito, ricorrendo a minacce o altri giochi di potere, è pericoloso e magari sta preparando il terreno per la sua predazione sessuale.
  • Rifiutare di assumersi responsabilità. L'istruttore che vuole sempre avere ragione, anche quando ha palesemente torto, può essere abusivo. Le brave persone ammettono di poter sbagliare e sanno chiedere scusa. Il loro ego non prende sopravvento sulla giustizia.
  • Eccesso di intimità fisica. Diffidare degli istruttori che oltrepassano i limiti opportuni dell'educazione e della forma, sia nel contatto fisico che nell'approccio verbale. Può trattarsi di una strategia per arrivare a predare sessualmente il minore con gradualità.

Un paio di cose assolutamente da ricordare per non sottovalutare il fenomeno:

Per quanto non esistano stime precise sull'ampiezza del problema, è certo che colpisce ogni classe sociale.

La maggior parte degli abusi avviene in famiglia, o nella familiarità. L'abusatore cercherà dunque di diventare un amico di famiglia, perché i genitori abbiano fiducia e gli affidino il minore per periodi prolungati di tempo senza supervisione. Reciterà la parte del padre o madre sostitutivo "in vacanza" dei reali. Questi reati tendono a colpire maggiormente i minori che sperimentano forme di abbandono - basta anche quello emotivo - da parte dei genitori. I minori inizialmente possono sostituire la figura genitoriale assente con l'abusatore, che prepara così il terreno per agire indisturbato e far sentire il minore in colpa, o in vergogna, o in paura di denunciare.

Quanto ai formatori, essi dovrebbero essere modelli di buona condotta equestre, e essere abusivi con persone e/o animali non fa dell'istruttore una buona guida. Un ambiente sano è nutrimento e sostegno e per questo nella scelta del maneggio le considerazioni etiche non devono passare in secondo piano.

Ultime raccomandazioni:

Se cominci ad avere paura ad andare al maneggio, ascolta il tuo istinto. La priorità deve essere la sicurezza e il benessere personale, tuo e del tuo cavallo, non il curriculum dell'istruttore.

Non cercare vantaggi personali, non meritati, in cambio di favori. Innesca un rapporto dare per avere in cui potresti un giorno soccombere.

Il ricatto è la forma principale per ottenere l'asservimento della vittima. Se sei sottoposto a qualche forma di ricatto, riportalo immediatamente a polizia, carabinieri, genitori, associazioni che difendono i minori. Esiste ad esempio il telefono azzurro, telefono 19696, che può assistere la persona minorenne nel percorso per uscire dall'ombra e trovare il coraggio per la denuncia.