La toelettatura non è solo un termine che indica il prendersi cura fisicamente di un cavallo, ma è stato adottato - nella sua accezione inglese - grooming - anche come sinonimo di molestia sessuale nello sport, equivalente a "cura sessuale".

Attingendo ai racconti di due atlete d'élite di diversi sport, una norvegese e l'altra inglese, uno studio condotto da Cecilia Brackenridge e Kari Fasting esplora il processo di "grooming" da questo particolare punto di vista.

Entrambe le atlete intervistate per lo studio hanno sperimentato la "cura del sesso" da parte dei loro allenatori di sesso maschile, ma sono state in grado di interrompere il processo in un determinato punto. Il grooming è stato usato per delimitare "molestie sessuali" e "abusi sessuali" come punti separati su un continuum di comportamenti a sfruttamento sessuale.

Governare un'allieva comporta acquisirne la fiducia con gradualità prima di abbattere sistematicamente le barriere interpersonali.

Gli atleti d'élite possono rimanere intrappolati in questo modus perché si fidano, o addirittura amano, i loro abusatori. La motivazione dietro molestie e abusi sessuali è spesso il potere con cui il molestatore cerca di prendere il controllo di un altro individuo. Gli abusatori usano minacce (come il fatto di essere tagliati fuori dalla squadra) e premi o privilegi per garantire la cooperazione e manipolare le vittime per mantenere il segreto.

Lo scopo principale dello studio è quello di utilizzare questi racconti realistici adattati per fornire un'illustrazione più ricca e più personale di questi eventi rispetto a quanto viene presentato attraverso le liste di controllo estrapolate dai "fattori di rischio" su casi incrociati (statistiche).

Le storie illustrano, anche vividamente, gli elementi delle diverse fasi del processo di "grooming" come descritto nell'incipit. Infine, rafforzano la necessità di identificare i fattori protettivi come parte dei programmi anti-molestie e a prevenzione degli abusi nello sport.

Un attento esame delle due narrazioni mostra che, anche in assenza di un contatto sessuale genitale, il "grooming" può portare ad abusi psicologici e traumi associati. Ciò suggerisce che una comprensione del grooming può essere utile per coloro che cercano di stabilire regolamenti sulla sicurezza e per promuovere sia la prevenzione che l'autoprotezione nello sport.

La ricerca conclude come un impiego maggiore della narrativa e dell'analisi biografica possano essere utili per studiare il fenomeno e contrastarlo, nella latitanza di denunce formali e sottostima del fenomeno.

In particolare, studiare la particolarità della relazione allenatore/atleta è fondamentale per la prevenzione dell'abuso, ma anche per evitare il sistema di accuse e di intrighi che complica le dinamiche.

È necessaria una maggiore consapevolezza di come determinate interazioni possano essere costruite da una parte come legittima, e dall'altra come invasiva o illegittima, per educare sia gli allenatori sia gli atleti su questi temi e per aiutarli a evitare situazioni compromettenti che possono rovinare ad alcuni la vita e ad altri la carriera.