Maddaloni, violenza sessuale al maneggio: le famiglie difendono l’istruttore.
Gli ippogenitori impietosi ai giornali, difendono l'istruttore accusato di abusi su sette allieve della struttura di cui è titolare. Il maneggio, secondo il quotidiano Il Mattino, si trova a Maddaloni ed è affiliato alla FISE.
Nella struttura – come racconta Il Mattino – i collaboratori del titolare lo difendono: “Non abbiamo molto da dire, se non che questo centro è stato fondato per amore dei bambini e dei cavalli, per consentire a una ragazzina problematica di fare ippoterapia e, dopo di lei, a tanti altri ragazzi di usufruire dello stesso servizio. È questa la persona che oggi dipingono come un orco”.
La difesa dei genitori
Anche i genitori di allievi ed allieve non credono alle accuse che pendono sull’istruttore: “Non è successo niente” dice una delle mamme.
Intanto parla ai giornali la ragazzina che ha chiamato il Telefono Azzurro, sostenendo che tutti sapevano e che è stato molto difficile smuovere il muro di omertà.
“Mi ha spinta per terra, fino a quel momento non era mai arrivato a tanto. Pensai che mi avrebbe violentata, si è strusciato contro di me, ero terrorizzata, speravo che qualcuno venisse a salvarmi, ma improvvisamente si è fermato, da solo, io mi sono alzata e sono andata verso le stalle dove c’erano le altre allieve. Da quel giorno, al maneggio, ci sono andata con un cacciavite in tasca: volevo difendermi”.
Le ragazze sono state ascoltate in modalità protetta e in presenza degli psicologi. Ogni testimonianza è stata filmata.
Il quadro che ne emerge è, a detta del gip Nicoletta Campanaro, “coerente e solido”, tanto da giustificare i domiciliari, ma non il carcere come chiesto dal pm.
Le denunce delle ragazzine coincidono tra loro e questo rappresenta la forza dell’apparato accusatorio.
“Gli abusi si sarebbero consumati lontano dalle aree videosorvegliate del maneggio, ma non dagli altri adulti che lavorano nel centro ippico, tutt’ora aperto. Altri sapevano. Più di una vittima sostiene di essersi rivolta agli istruttori, di aver chiesto aiuto, e di essere stata zittita”. Sostiene l'accusa.
Ora gli inquirenti indagano su questo aspetto e su come sia possibile che nessun genitore si sia accorto di nulla.
L’accusato, che secondo la stampa ha 57 anni ed è padre di tre figli, è stato ascoltato ieri nel corso dell’interrogatorio di garanzia e ha spiegato di essere stato frainteso dalle ragazzine e che il suo toccarle aveva come obiettivo quello di favorire il loro approccio ai cavalli.
Il suo avvocato adesso prepara il ricorso al Riesame.
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