Nel settembre 2019 un istruttore di equitazione romano era stato radiato dalla FISE per aver abusato sessualmente di una allieva di rientro da una uscita fuori regione per selezionare un cavallo per la stessa. A sporgere la denuncia la madre della ragazza.

L'abuso risalirebbe all'anno 2015, a danno di una allieva allora 18enne.

Per la sussistenza dei fatti, ovvero per la radiazione, si usava come prova la sentenza di primo grado del Tribunale penale di Roma, dove il fascicolo, sostenuto dal pm Claudia Alberti, per il reato punito dall'art.609 bis del cp, violenza sessuale, era terminato con una condanna alla pena di anni 1 e mesi 10 di reclusione, concedendo all’imputato i benefici di legge.

A tale condanna aveva fatto seguito un appello, di cui non si conosce l'esito.

Appello è stato mosso anche nel giudizio sportivo, chiedendo la revoca della radiazione per via del ricorso in appello penale. La FISE, pur ribadendo l'indipendenza dei due percorsi, giustizia sportiva e penale, ha commutato la radiazione in una sospensione per un periodo di 5 anni.