Sevizie e abusi sessuali ai danni di una cavalla incinta, fino a provocarle un aborto e a portarla alla morte.
Di questi gravissimi reati è accusato uno stalliere, nato in Marocco e residente a Messina, citato a giudizio nel marzo 2015.
Il pubblico ministero Liliana Todaro ha chiesto per l’imputato la citazione diretta a giudizio davanti al giudice monocratico del Tribunale di Messina, per rispondere dei reati di cui è accusato, in particolare: maltrattamento “perché – si legge nel decreto di citazione a giudizio – in più occasioni, sottoponeva a sevizie una cavalla consumando rapporti sessuali con l’animale. In particolare, abusava sessualmente della cavalla, in stato di gravidanza, con il proprio organo genitale e con altri attrezzi impropri, determinando atroci sofferenze a cui è seguito il distacco della placenta, l’aborto e, infine, la morte” e danneggiamento “per avere, mediante la condotta descritta, irrimediabilmente reso inservibile la cavalla-fattrice di nome Tafna”.
Ad inchiodare il colpevole le sequenze video di alcune telecamere interne che avrebbero ripreso gli abusi sessuali.
L'extracomunitario non si è neppure presentato a processo. Di lui si sono perse le tracce. Condannato in contumacia.