Avrebbe abbracciato con forza, tentato di baciare e palpeggiato una giovane amazzone al maneggio di Rivolta d’Adda. Poi, a distanza di giorni, le aveva inviato video choc di cavalli maltrattati e di ragazzini che maneggiavano armi. Video minacciosi, per la vittima, che aveva deciso di sporgere denuncia.
A processo con l’accusa di violenza sessuale è finito Asif, 30enne pakistano, che in quel maneggio ci lavorava come addetto alle scuderie: puliva le stalle e dava da mangiare ai cavalli.
L’episodio risale al 10 luglio del 2021. Presunta vittima, parte civile attraverso l’avvocato Davide Montani, una giovane amazzone di 25 anni, all’epoca frequentatrice del maneggio di Rivolta insieme alla famiglia.
Di quanto accaduto, sia la vittima che il padre avevano avvertito il proprietario del maneggio. E da lì era emerso che l’imputato, tempo prima, aveva tenuto lo stesso comportamento con un’altra ragazza.
Ma l’uomo non si sarebbe fermato lì con la 25enne: riuscito con una scusa ad ottenere da una dipendente del maneggio il numero di telefono della ragazza, le aveva inviato dei video che le avevano destato non poca preoccupazione: nelle immagini c’erano dei cavalli legati, foto dei cavalli di proprietà della stessa giovane e dei video di ragazzini con in mano delle armi. Dopo aver ricevuto questi video, ad agosto la 25enne si era decisa a sporgere denuncia e l’imputato era stato allontanato dal maneggio.
L’uomo, assistito dall’avvocato Raffaella Parisi, si difenderà nel corso della prossima udienza fissata per il 16 maggio. Sarà sentito anche il titolare del maneggio.