L'uomo, 65enne, avrebbe abusato sessualmente di almeno due minori, una di 9 anni e l'altra di 13 anni.
L’indagato, peraltro, era sottoposto al divieto di avvicinamento alla bambina ed ai suoi genitori perché - questa l’accusa - avrebbe cercato ripetutamente di contattare le forze dell'ordine prima che una delle vittime riferisse nell’incidente probatorio in cosa si sarebbero trasformate quelle lezioni di equitazione. È difeso dall’avvocatessa Francesca Conte.
Le accuse, i fatti e le circostanze sono sintetizzate nell’ordinanza di custodia cautelare della giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Alessandra Sermarini, dove sono confluite le indagini condotte dal pubblico ministero della Procura di Brindisi, Paola Palumbo e del collega di Lecce Luigi Mastroniani.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, un’altra allieva minorenne di anni 9 avrebbe subito per due anni consecutivi gli abusi sessuali.
Sulla bambina di nove anni l’indagato invece sarebbe riuscito ad imporre uno stato di soggezione per costringerla a subire le violenze e a non rivelare nulla per circa due anni con il ricatto.
La bambina di 9 anni però non stava bene psicologicamente a causa degli abusi sessuali subiti e avrebbe scritto una lettera ad una amica, in cui avrebbe parlato che qualcosa non andava in maneggio, da cui i genitori hanno scoperto il tutto e a loro volta denunciato l'istruttore d'equitazione pedofilo.
I fatti si sarebbero verificati nel Salento, dove si trova il centro di equitazione. Si riferiscono a un periodo compreso tra il 2018 e il maggio del 2021.
Il processo è partito il 24 gennaio 2023. L'incolpato è ai domiciliari con braccialetto elettronico.
Il gup di Lecce, Silvia Saracino, ha rigettato tanto la richiesta di abbreviato condizionato a una nuova perizia, quanto l’istanza formulata dalla difesa dell’imputato di trasferirsi nel brindisino dove risiede. Il 65enne ha sempre dichiarato di non aver abusato delle due ragazze e si è anche sottoposto a una perizia andrologica. Potrà ribadire la propria posizione a processo e non è escluso che, inanzi al collegio giudicante che si occuperà del caso a partire dal 6 marzo prossimo, possa decidere di invocare il rito abbreviato secco, puntando sullo sconto di un terzo della pena in caso di condanna.