Chi sono i partecipanti agli sport equestri a livello top?

Uno studio di Lucy Dumbell e colleghi, pubblicato nel 2010 su The International Journal of Sport and Society, rivela la profilazione demografica del target di atleti equestri d’elite in UK.

Il tempo massivo da dedicare, l’elevata complessità tecnica e la necessità di disporre di un discreto portafoglio per concorrere sono criteri comuni negli sport equestri ed escludenti.

In breve, ai livelli più bassi di competizione si registrano più donne che uomini, ma la proporzione tra i sessi può cambiare ai livelli più alti.

Inoltre, a differenza di altri sport, negli sport equestri si registra un ingresso precoce e una specializzazione tardiva. Ovvero, tanti giovani - specie femmine - cominciano a cimentarsi negli sport equestri, pochi vanno avanti, e per raggiungere livelli top è necessario farne una professione stipendiata da terzi, che richiede un numero elevato di anni d'esercizio.

Uno dei problemi che viene in evidenza, è quello della proprietà del cavallo.

Cavalli top sono molto costosi. Acquistare e tenere un cavallo richiede un notevole impegno finanziario anche a livelli bassi e medi di agonismo. All'aumentare del livello di concorrenza, è probabile che aumenti anche il costo di acquisto del cavallo. A livello di élite nello sport equestre, pochissimi cavalieri competono con cavalli di proprietà, facendo piuttosto affidamento su proprietari terzi, come avviene generalmente nell’ippica, dove chi concorre non coincide abitualmente con il proprietario del cavallo, perché la specializzazione richiesta è così incisiva da dover essere un lavoro. Un impiego dunque quello del fantino o cavaliere professionisti, che però non permette a tutti di guadagnare abbastanza da permettersi una scuderia di cavalli in proprio.

I risultati di questo studio mostrano che negli sport equestri ai livelli più bassi della competizione i concorrenti sono anche proprietari del cavallo. Tuttavia, all'aumentare del livello di competizione (e all'aumentare del costo potenziale del cavallo), diminuisce la probabilità che equestre concorrente e proprietario del cavallo coincidano.

Sebbene i risultati di questo studio indichino che ai livelli più alti di competizione si può trovare il supporto finanziario esterno di ricchi patroni appassionati della disciplina, a livelli inferiori dell'agonismo è assai improbabile trovare patrocinatori.

Manca il supporto, mancano gli sponsor e manca anche l’accettazione sociale per reperire più fondi.

La mancanza di risorse adeguate può costituire un ostacolo alla partecipazione a persone potenzialmente interessate ma prive delle sufficienti risorse economiche e anche tra coloro che cominciano a gareggiare, la mancanza di risorse è un limite oggettivo alla progressione attraverso i ranghi più competitivi.

La difficoltà sembra interessare maggiormente proprio la base, ovvero le femmine, che sono in maggioranza nei livelli d’accesso e con un profilo d’età precoce, ma ad alti livelli vanno diradandosi per far spazio a maschi di età matura che fanno gli equestri di mestiere, al soldo di scuderie d’elite.

La discriminazione di genere, con donne meno pagate e con meno accesso a posti di lavoro d’elite, anche negli sport equestri appare evidente.

Negli sport equestri uomini e donne concorrono insieme, ma non ad armi pari. Gli uomini occupano generalmente le posizioni di prestigio, di potere e di comando.

Lo studio rileva una ulteriore criticità: come la mancanza di accettazione sociale degli sport equestri nella massa, proprio perché si tratta di sport inaccessibili a fasce di reddito modeste, costringe gli equestri top a cercare riconoscimento, opportunità e risorse solo all’interno della propria “casta”, chiudendo ulteriormente il cerchio.

Lo studio