Così ha deciso il tribunale Federale della FISE per l'accertamento di doping sul cavallo Romeo in occasione del concorso CDNA svoltosi a fine novembre, inizi dicembre, presso la Società Sportiva Paradiso di Caselle di Sommacampagna, nel veronese.

La deferita Sofia Fontana, infatti, si è scagionata in parte presentando attraverso i propri legali un esposto denuncia contro ignoti, depositato presso la Procura della Repubblica di Venezia. A suo dire, in qualche modo, altri avrebbero somministrato del ketaprofene (sostanza a medicazione controllata) al suo cavallo Romeo.

Il ketaprofene è un farmaco antinfiammatorio non steroideo, derivato dell'acido propionico e simile all'ibuprofene, con azione analgesica, antipiretica e di antiaggregazione piastrinica. È usato nel trattamento di artriti reumatoidi e osteoartriti.

La stessa atleta ha prodotto richiesta di copia delle registrazioni effettuate dalle telecamere a circuito chiuso dalla Società Sportiva Paradiso per aiutare a individuare il reale colpevole. Richiesta rimasta inevasa. Dunque copia di tali registrazioni non è stata fruibile per il giudizio.

Per il Tribunale della FISE, quindi, rimane la responsabilità di custodia in capo all'atleta sul proprio cavallo. Infatti, cita la sentenza, "non essendo necessario dimostrare il dolo, la colpa, la negligenza, o la consapevolezza, ed essendo, invece, sufficiente il riscontro analitico sui campioni analizzati".

Pena minima edittale, due mesi di sospensione e 1.000 euro di sanzione. Con lo sconto per la "fattiva collaborazione" nell'individuazione di un colpevole, ancora non noto, 1 mese di sospensione e 500 euro di sanzione.

Così deciso in Roma, il giorno 26 giugno 2019.

Due sono le possibili interpretazioni ed entrambe sottintendono scenari grigi:

  • In mancanza di un colpevole alternativo, l'atleta deferita è la responsabile e lo "sconto" ingiustificabile, altrimenti come prassi chiunque sia trovato con un cavallo "positivo" può dichiararsi innocente, depositare una denuncia contro ignoti e richiedere lo "sconto", avviando un regime generale di deresponsabilizzazione
  • I concorsi non sono luoghi sicuri per i cavalli, se chiunque può aggirarsi con sostanze dopanti e somministrarle ai cavalli altrui

La sentenza così come disponibile online sul sito della FISE

Leggi anche: Doping acuto, paradossale, di frontiera, accidentale, tanti nomi per definire un male difficile da eradicare