Non solo siamo ciò che mangiamo, ma il clima è diventato riflesso di ciò che si mangia e di come lo si produce.

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La scienza chiarisce che per evitare i peggiori impatti del cambiamento climatico, dobbiamo limitaare le emissioni di gas serra dai settori alimentare, agricolo e zootecnico. Ciò include la cattura e lo stoccaggio del carbonio nel suolo, evitare lo spreco alimentare, l'eliminazione graduale di prodotti chimici agricoli come pesticidi e fertilizzanti e la riduzione del consumo di carne da allevamenti intensivi.

Con così tante crisi in corso sul nostro pianeta - pandemie da nuovi virus, perdita di biodiversità, fame e povertà - il nostro sistema alimentare deve spostarsi verso pratiche che aumentano la salute, la sostenibilità, l'equità e la resilienza, in poche parole è chiesto a tutti di assumersi la propria responsabilità per i cambiamenti climatici in corso.

I produttori di beni alimentari sono in prima linea nel cambiamento climatico. Specialmente a livello di produzione delle materie prime, scontano gli impatti economici e sulla salute delle temperature più calde, nonché della siccità o delle precipitazioni più intense, gelate e altro fuori stagione. Queste sfide climatiche significano rischi maggiori e un calo generale dei raccolti, minacciando sia i mezzi di sussistenza degli agricoltori e allevatori che la sicurezza alimentare complessiva.

Allo stesso tempo, il cambiamento delle pratiche agricole, l'abbandono di una dieta ad alta intensità di carne e la riduzione degli sprechi lungo la catena alimentare potrebbero comportare notevoli benefici in termini di cambiamento climatico. Il sistema agricolo attuale, molta chimica e intensività, rappresenta un problema per l'emissione globale di gas serra e per la salute dei consumatori, nonché per il benessere degli animali coinvolti. Allevare in modo intensivo gli animali da carne crea quasi il 15% delle emissioni globali e tanta sofferenza gratuita.

L'unico modo per cercare di mitigare il problema, è quello di creare un sistema alimentare più sano, meno dispendioso, più equo e sostenibile, in grado di fornire una migliore sicurezza alimentare per tutte le comunità e maggiore compassione per gli animali. Richiede l'impegno di tutti, soprattutto sconfiggendo l'ignoranza volontaria che determina un ritardo nei cambiamenti strutturali e di consumi necessari.