La tutela dell’ambiente è un’esigenza fondamentale per assicurare il benessere e il progresso della società. In Italia solo da poco è aumentata la sensibilità verso i problemi ambientali, arrivando a comprendere che le risorse naturali sono spesso irriproducibili e, una volta consumate, vanno irrimediabilmente perdute.

Principali leggi ambientali in Italia e loro cronologia

  • L 319 del 10 maggio 1976, concernente la tutela delle acque. Conosciuta come legge Merli, ha introdotto norme relative agli scarichi di tutte le acque e alle fognature, definendo i livelli di competenza territoriale sulla materia. Molte di tali norme sono state riviste e aggiornate nel corso degli anni con altre disposizioni normative, tese a rendere più pesanti le sanzioni e a innalzare i limiti delle sostanze inquinanti scaricabili dalle industrie, specialmente quelle chimiche.
  • Legge del 1966, relativa all’inquinamento atmosferico (nota con il nome di “legge antismog“), che ha disciplinato gli impianti di riscaldamento domestico, le emissioni degli autoveicoli e degli impianti industriali. Per quanto riguarda questi ultimi, in pratica, questa legge si è rivelata del tutto inefficace, poiché non prevede sanzioni deterrenti e disperde la competenza dell’accertamento della violazione fra una pluralità di enti.
  • Legge del 1977 sulla fauna selvatica che la porta a essere da “cosa di nessuno” a “patrimonio indisponibile dello Stato”, sottoponendola quindi a tutela. In particolare, con questa legge viene vietata la caccia di alcuni animali come le aquile, i gufi reali, le gru, i fenicotteri, gli orsi e altre specie in via di estinzione.
  • Legge del 1982, sul problema della difesa del mare, individuando alcune riserve marine, stabilendo pesanti sanzioni per le discariche abusive, fissando una rigida classificazione dei rifiuti tossici e le norme da osservare per il loro smaltimento.
  • La legge 431 dell’8 agosto 1985 (legge Galasso) ha posto sotto tutela i più interessanti beni paesaggistici, ma anche altri beni ambientali (laghi, fiumi, ghiacciai), in attesa che le Regioni elaborino i “piani paesistici”.
  • Art. 9 della Costituzione, secondo il quale la Repubblica «tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione»: in pratica, lo Stato si impegna a conservare e proteggere le bellezze naturali del paese e i suoi musei, le biblioteche, gli edifici di carattere storico e artistico. A questo scopo lavorano il Ministero per l’Ambiente e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
  • Decreto del 1996: con esso si è imposta, a partire dal 1° luglio 1997, la riduzione all’1,4% del tasso di benzene, una sostanza inquinante contenuta nei carburanti.
  • Dal 2006 è vigente il cosiddetto Testo Unico Ambientale (o TUA), ovvero il D.L.vo n. 152/2006, che costituisce il punto di riferimento principale di tutta la disciplina italiana del settore e che ha subito decine e decine di modifiche fino ai giorni nostri, anche – soprattutto – sulla spinta degli obblighi di recepimento delle Direttive europee del settore, l’ultima delle quali quella fondamentale relativa alla “Circular economy”.

Il Ministero per l'Ambiente

Il Ministero per l’Ambiente è stato istituito nel 1986 ed è diventato il referente politico e amministrativo di tutte la azioni di salvaguardia del territorio. Con la legge istituitiva del Ministero, inoltre, sono stati fissati tre principi fondamentali:

  • il primo stabilisce che il danno arrecato all’ambiente colpisce tutta la collettività, per cui lo Stato e gli altri enti pubblici hanno l’obbligo di imporre il risarcimento da parte dell’inquinatore;
  • il secondo è che spetta a ogni cittadino e alle associazioni ambientaliste il diritto di denunciare gli atti che danneggiano l’ambiente;
  • il terzo è che ogni opera pubblica, sia essa la costruzione di una strada o di un edificio, può essere permessa solo dopo aver valutato la sua compatibilità con l’ambiente (il cosidetto “impatto ambientale“), che deve essere verificata attraverso precisi accertamenti tecnici.

Altri Enti

  • l’ISPRA, Istituto superiore per la protezione e la Ricerca Ambientale, creato nel 2008 a seguito della fusione dell’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici) con altri istituti (l’INFS sulla fauna selvatica e l’ICRAM sul mare);
  • il SINA (Sistema Informativo Nazionale Ambientale), che gestisce la Rete (SINAnet), di cui fanno parte: i PFR (Punti Focali Regionali), riferimento territoriale della Rete; i 21 ARPA (Agenzie Regionali e Provinciali, chiamate “APPA” nelle sole province autonome di Trento e Bolzano), nate con legge n. 61 del 1994, aventi funzioni di controllo e di supporto tecnico, scientifico, giuridico e analitico a favore delle amministrazioni pubbliche.

Le associazioni ambientaliste

Un ruolo importante svolgono le associazioni ambientaliste impegnate a divulgare informazioni sull’ambiente del nostro Paese e i problemi correlati, attraverso campagne stampa, gestione di parchi naturali, altre attività educative o di denuncia.