Arriva l'estate, e con essa le solite segnalazioni di turisti che non sono soddisfatti degli equidi che si presentano loro davanti, vuoi per situazioni che in realtà non rappresentano un maltrattamento, ma che li preoccupano, vuoi per situazioni in cui ci possono essere gli estremi di un disagio, di una cattiva gestione o addirittura di un maltrattamento.
Non sempre è facile destreggiarsi e comprendere il contesto. In parte perché non tutti i turisti hanno conoscenze e competenze sugli equidi e sulla lettura del disagio che può interessarli, vuoi perché paese che vai normativa che trovi, e ciò che è soggetto a prescrizione in un luogo, può essere considerato del tutto normale in un altro, lasciando spiazzato il turista. Generalmente parlando, più il luogo in cui si va in vacanza è un posto economicamente poco sviluppato, decentrato, poco progressista in generale sui diritti umani, più le condizioni economiche generali degli abitanti sono precarie, meno è probabile che ci siano regolamenti forti sulla tutela degli equini. Quindi l'approccio deve tenere conto del contesto e della normativa locale, se conosciuti.
In positivo come turisti si è anche in una posizione unica per poter influenzare la comunità locale e indurre a un miglioramento in virtù delle risorse che si portano sul luogo scegliendolo come meta delle proprie vacanze.
Per alcuni turisti la presenza di equini può essere addirittura una delle attrattive che hanno determinato la scelta. Tuttavia, ci sono casi, specialmente nei paesi in cui vi è povertà o scarsità di risorse economiche, dove gli equini sono vittime di gestione manchevole e possono essere sottoposti, in alcuni casi, a sofferenze inaccettabili. Si possono vedere asini costretti a portare persone sovrappeso, o carichi abnormi, piuttosto che cavalli magri sotto il sole alla posta, in attesa per ore e ore di turisti. Ci si può trovare di fronte la classica carrozzella ippotrainata e interrogarsi sul benessere degli equidi impiegati. Le situazioni possibili che mettono il turista sensibile al benessere animale a disagio possono essere tante. Cosa fare al riguardo?
La prima cosa da fare è investigare un poco sulla situazione prima di trarre conclusioni. Occorre cercare di capire come mai gli equini non hanno un buon aspetto, cercando di interrogare al riguardo il proprietario o gestore. Se la situazione vi sembra proprio quella di un trattamento crudele, evitate di comperare il servizio, qualsiasi esso sia, mettendo in questo modo il gestore del servizio di fronte alla sua responsabilità di cattiva gestione e alle conseguenze che ne derivano.
Il turismo è una delle principali fonti di entrata per molte località. I soldi che si spendono come turisti rappresentano una fonte di reddito importante per quelle comunità e se non si riesce a sensibilizzare con l'etica, ci si potrà riuscire passando per le ragioni del profitto.
Le autorità di questi paesi dovranno sapere che l'opinione pubblica richiede un trattamento sempre più onesto verso gli animali e questo fornisce un'arma ai turisti, consentendo loro di "scambiare" la valuta denaro con una serie di servizi che ci si aspetta... includendovi tra questi il benessere degli animali residenti sul luogo.
Se si chiarisce di non essere disposti ad andare in vacanza in luoghi in cui le autorità non supportano il miglioramento del benessere degli equini, saranno poi gli uffici turistici e i tour operator a fare quelle pressioni necessarie perché i cambiamenti abbiano luogo.
La cosa più sbagliata da fare, invece, è finanziare un sistema sbagliato prendendovi parte.
Non "usate" equini che si trovano in condizione di disagio. E se dovete comperare un servizio con equini, non barattate il risparmio sulle spalle di quei poveri animali, perché il vostro risparmio sarà detratto dalla loro razione alimentare, non da quella dei proprietari del servizio.
Insistete per sapere quali siano i codici e le linee guida per la gestione degli equini, se necessario rivolgendovi alle organizzazioni di protezione degli animali locali. In questo modo, le interesserete al disagio di cui siete stati testimoni.
Da ultimo, se sul luogo siete riusciti a fare poco, scattate foto e video da sottoporre ad associazioni animaliste nazionali, per un consulto su cosa eventualmente è possibile fare.