Posto che gli animali sono esseri senzienti, capaci di sentimenti, con bisogni in proprio, sarebbe interessante che il proprietario di un cavallo avesse a cuore la felicità del proprio beniamino e imparasse a leggerla e a provocarla.

Un cavallo felice si può esprimere alzando la testa, curvando il labbro superiore, mostrando l'arcata dei denti superiori, esprimendo vocalizzi gioiosi, annuendo con la testa, innalzando la coda e iniziando un trotto giocoso e vivace. Il suo corpo e atteggiamento ci comunica estroversione, voglia di giocare e di relazionarsi a chi e cosa lo circonda. 

Cavalli felici sono più facili da gestire e apprendono più facilmente e in modo più collaborativo perchè, allora, il compito primario di un proprietario non dovrebbe essere quello di rendere il proprio cavallo felice?

Alcuni consigli semplici su come centrare questo obiettivo:

* Alimento naturale abbondante e di qualità con cui passare il tempo, quindi prima di tutto pascolo o fieno.

* Acqua pulita abbondante, per evitare che si formino costipazioni, fermentazioni, indigestioni, dopo aver mangiato tutto quell'alimento, specie secco.

* Routine. I cavalli, come la maggior parte degli animali, sono abitudinari, vogliono l'alimento servito sempre alla stessa ora, poter prevedere il corso delle giornate aspettandosi sempre, più o meno, il medesimo piacevole trattamento di alimenti, compagnia, esercizio fisico. 

* Amici. I cavalli abbisognano di amici con cui passare il tempo, dunque occasioni sociali di interazione. Mai isolare un cavallo dai suoi simili o da altri animali compensativi, piuttosto che dalla compagnia abbondante e frequente e piacevole del suo referente umano. 

* Stimolazione sensoriale e vita all'aria aperta. Chi sarebbe felice a vivere nel chiuso e nel buio? Uscire, uscire, uscire, è la parola d'ordine per un cavallo felice. Lasciargli dunque godere le specifiche delle stagioni, senza paura che la natura gli faccia del male. Non sarà un pò di sole, di pioggia, di vento o di neve a farlo ammalare ma, piuttosto, l'eccesso di contenzione in ambienti poco salubri e troppo restrittivi, sia per il corpo che per la psiche del cavallo.

Certo, un cavallo non abituato, dovrà essere inserito gradualmente in quella semi libertà che gli può essere concessa per conciliare sicurezza, diligenza di custodia, e necessità del cavallo, ma prima si inizia a concedere al cavallo gli spazi giusti per la sua felicità, meglio è. 

Quanto più ciò che i sensi del cavallo riescono a catturare coincide con spazi verdi e altri cavalli, quanto meglio tutto ciò incide positivamente sulla sua felicità. Quindi non sbagliare nel scegliere il posto in cui farlo vivere: lontano da rumori disturbanti, antropici, e più vicino possibile a rumori prodotti dalla natura stessa, per la sua serenità e felicità di vivere, non più libero, perché comunque contenuto in spazi gestiti e amministrati da umani, ma fatti su misura per pensare alle sue esigenze specifiche.

Quando si tratta di felicità, occorre dare e non prendere, cercando di essere generosi e di mettersi nei panni del cavallo, di vedere le cose dal suo punto di vista.