Nel mondo del cavallo ci si può trovare ad affrontare situazioni che possono compromettere l'etica e il rispetto delle norme in essere a causa di conflitti, interiori o esteriori, su cosa sia più conveniente fare. 

In particolare, si può essere tentati dall'essere più superficiali rispetto a quanto le norme prevedono, al fine di risparmiare tempo o denaro, velocizzare pratiche, ottenere risultati in modo più facile.

Questo non sempre è nel migliore interesse personale, sociale, collettivo, specialmente se si prende a riferimento un quadro temporale lungo.  

Ad esempio, nel ruolo di veterinari, cosa rispondere quando i proprietari di cavalli chiedono di fare qualcosa che è chiaramente sbagliato, vietato?

Le pressioni, specie in contesti o situazioni in cui ci sono in gioco interessi forti, possono portare a compromessi illeciti. 

Le motivazioni per sbagliare possono essere legate a soldi, potere, prestigio o qualsiasi altra passione potente che muova da dentro l'essere umano.

Ogni decisione ha conseguenze.

In determinate posizioni, con mansioni dove il prestigio e la reputazione sono importanti, il mantenimento di un atteggiamento il più possibile corretto può trasmettere la percezione al mondo esterno di persona degna di fiducia, onesta e professionale, aumentando poi le possibilità di avere accesso a benefici ulteriori, come maggiore lavoro, soldi, potere.

Il numero di scelte non etiche che si possono fare nel mondo del cavallo è vario, come varia è la qualità e significanza delle possibile scelte errate. Ci possono essere errori banali fino a gravi illeciti. La problematica può riguardare la forma o la sostanza o entrambe le variabili.

Alle volte si sbaglia per eccesso di tolleranza, o perché si valuta poco significativo seguire una particolare norma, vissuta come eccesso di burocrazia che non tiene conto delle esigenze reali del settore.

Alcuni errori possono essere l'occasione, in realtà, per migliorare il proprio percorso personale e professionale, se sono fortieri di riflessione, sviluppo, modifica e correzione in meglio di prassi.

Altri errori possono alterare il tessuto morale di una persona e portarla a disinibire ulteriori freni etici e morali, tanto da designare poi quell'essere umano come una persona incline a omissioni in etica, integrità, rispetto delle norme e onestà.

Visto che ogni scelta può avere conseguenze, alcune non gravi, che increspano la realtà temporaneamente, altre invece comportare cambiamenti concreti in peggio per le prospettive di vita, di lavoro, di relazioni sociali, financo in modo permanente, sarebbe meglio sviluppare l'abitudine a una maggiore introspezione, specialmente quando si esercitano funzioni sensibili, di garanzia verso il pubblico.

Certo, non può essere che la paura di sbagliare inibisca completamente l'azione. Alle volte si può sbagliare per eccesso di volontà di fare bene, altre volte si affrontano rischi calcolati per un bene considerato maggiore. Sbagliare fa parte del percorso di vita. Dopotutto, gli umani imparano sbagliando e non si può pretendere che esistano persone così perfette da non fare mai alcun errore.

Dall'osservazione degli errori, propri e altrui, si possono apprendere lezioni importanti. L'esperienza, gli errori pregressi, possono aiutare a non fare ulteriori errori, fungendo da campanelli di allarme, da paletti da non scavalcare per il futuro.

Molte scelte non sono necessariamente nere o bianche, per cui la scelta etica deve basarsi su tutti i fatti e le circostanze. Se ci si confronta con un dilemma etico, potrebbe essere prudente chiedere consigli professionali a terzi esperti, consulenti legali, persone di fiducia, di saggezza, di buon senso.

Il punto è che, quotidianamente, chi vive nel mondo del cavallo è sottoposto a situazioni che impongono scelte etiche con effetti complessi e in scenari mutevoli dove spesso non si può avere il controllo di tutte le variabili interessate.

Alcune scelte possono avere come beneficiari delle persone e danneggiare i cavalli. O viceversa. Spesso scelte sbagliate in modo profondo danneggiano principalmente se stessi.

Se ci si trova di fronte a un dilemma, diventa più facile prendere una decisione appropriata se si ha buona conoscenza di se stessi, pregi e limiti e delle norme in essere, inclusa la parte che riguarda le conseguenze degli illeciti portati alla luce. 

Anche questo è il cavallo specchio. Il cavallo che costringe a fare i conti con la coscienza individuale e collettiva.

Che cosa è socialmente accettabile? È facile fare scelte non etiche quando sembrano socialmente accettabili nell'ambiente che si frequenta.

Il mondo del cavallo può indurre a mollare i freni dell'etica. Proprio per questo, occorre affrontarlo in modo attrezzato.

In un ambiente dove magari tutti fanno un certo tipo di errore, è assai probabile seguire il gruppo e non differenziarsi facendo invece il giusto.  Anche se è illegale, se tutti lo fanno, si può essere inclini a emulare il branco. 

In determinate professioni, dove la deontologia impone uno standard etico, diventa fondamentale costruire una rete di supporto per non lasciarsi trascinare in pratiche illegali solo perché sono socialmente accettate e diffuse.

Ad esempio, nel mondo del cavallo agonista ci può essere la propensione a somministrare sostanze senza una necessità medica giustificata. Solo perché molti lo fanno, non significa che sia giusto o legale.

Il desiderio di maggiori profitti o prestigio o di una vittoria più facile, altro, possono cagionare conflitti interiori forti tra ciò che sarebbe giusto e invece il vantaggio che si può ottenere con un atteggiamento morale lasso.

Non fare la cosa giusta alle volte può apparire razionale. 

Problemi finanziari, problemi di relazione, problemi altri possono incidere sulle scelte. 

Attenzione però. Errore porta ad errore fino a definire comportamenti compulsivi seriali ad errare. Alcuni disordini importanti, a carattere etico, possono partire da una sola e grande scelta che condiziona poi tutta la vita, pubblica e privata. 

Da uno sbaglio può derivare la necessità di mentire per difendersi, creare coperture e giustificazioni che potrebbero non reggere il confronto con un'autorità di giustizia superiore chiamata a intervenire da chi ha captato il comportamento non etico, se non delinquenziale, e lo ha sottoposto sotto forma di esposto, denuncia o querela, azioni simili, a chi di dovere.

Meglio non essere troppo disinvolti nel produrre comportamenti scorretti, anche se non sembra ci sia una conseguenza immediata. Che non passi il messaggio, neppure interiore, che l'aver scampato la punizione, ottenendo un vantaggio temporaneo su qualcosa di desiderabile, inneschi il vizio a ripetere lo stesso errore, dando per scontato che non si sarà scoperti e dunque puniti. 

La nemesi è dietro l'angolo, quando meno ce lo si aspetta e con conseguenze che possono essere disastrose. 

Prima di agire analizzare le conseguenze delle proprie azioni se l'errore fosse scoperto e decidere se si è disposti a sopportarle. 

Se non si è disposti a sopportare le conseguenze, formarsi delle linee guide di azione interne che impediscano di fare errori importanti e irrimediabili. Promettere a se stessi di non fare mai alcun errore sarebbe pressoché impossibile. Avere però dei saldi principi etici che salvano da fare errori irrimediabili, aiuta ad avere vite sane, felici, equilibrate e relazioni gratificanti. 

Come darsi dei limiti? Un sistema di monitoraggio esterno e interno aiuta a prevenire errori gravi. Check list su come fare bene le cose, un minimo di burocrazia che può essere di aiuto, anziché da deterrente, imporsi una certa disciplina e routine di compilazione di carte, moduli, rendiconti, relazioni, cercare di stabilire regolamenti, partecipare a discussioni dedicate, tutto questo crea un sistema di crescita potenziale dell'etica nella persona. Bisogna non temere il confronto con le autorità preposte a controlli, cercarlo anzi come possibilità di confronto sano. Creare un clima di lavoro collaborativo, avere punti di riferimento di comprovata onestà, che rispettino la privacy del confronto, con i quali sciogliere i dubbi, diventa una sorta di auto esame per poter rimanere sulla retta via. E' utile crearsi dunque un mentore, in una relazione di mutuo aiuto che può coinvolgere una o più persone, con le quali si può colloquiare in un clima di non giudizio ma di rafforzamento reciproco dell'intenzione a fare il giusto.

L'educazione alle "regole" va cercata in modo attivo attraverso lo studio, appositi corsi, gruppi di discussione dedicati.

Se i soldi sono un problema e la principale fonte di devianza, occorre cercare fonti di reddito alternative. Se le pressioni sono la fonte principale di devianza, occorre cercare un contraltare in alleati affidabili con i quali arginare le pressioni. Se il problema è la superficialità, perché sembra più facile e veloce fare le cose in modo sbagliato, è una questione di ignoranza e bisogna cercare educazione a fare le cose per il verso giusto, sia nella forma che nella sostanza.

Frequentare persone salde nel loro essere giuste è la cura.  I no che aiutano a crescere sono un aspetto fondamentale per l'educazione del sé e dell'alterità. Se viene chiesto di sbagliare da un cliente/affiliato/relato occorre imparare a negare il consenso. Il no può essere l'occasione per farsi rispettare e non compromette necessariamente il rapporto per sempre. Se viene richiesto un comportamento non etico e si accetta... si può stare certi che colui che ha chiesto tornerà a farlo e sarà poi sempre più difficile arginare la pratica non etica perché ci si sentirà deboli in quanto già precedentemente "corrotti, collusi, compromessi" e da ciò portati a coprire gli errori del passato, per non trovarsi in prima persona a pagarne le conseguenze. 

Se c'è conoscenza di qualche attività illegale grave, c'è il dovere di riferire per arginare il problema. Se non si prende posizione, non si ripulisce il sistema che gradualmente andrà a peggiorare.

Premiare chi fa bene incoraggia le generazioni future a perseguire comportamenti di integrità etica. 

A quale successo si è interessati? Il mondo del cavallo dovrebbe premiare i comportamenti corretti e punire quelli sbagliati per non diffondere come un virus il malcostume con il lassismo del sistema di giustizia.

Le scelte che si fanno ogni giorno definiscono il proprio futuro e la nostra eredità per il mondo dei cavalli.

Il dialogo aperto avviato sull'etica non va temuto, è anzi il viatico perché il mondo del cavallo diventi più bello, più sostenibile, più accogliente per tutti, più amalgamato e integrato in tutte le sue parti e dunque più attraente per il resto della comunità.

Chi è arrivato fino a qui nella lettura ha terminato il nostro "webinar" su etica, integrità e valore. Potrebbe essere utile tornare a rileggere spesso questo testo per rafforzare l'intenzione a fare la cosa giusta. Sul passato non si può influire più. Sul domani la scelta è oggi.

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