I cavalli amano avere un qualcosa da fare che gli attiri attenzione, meriti, premi, ricompense... specialmente se queste sono sotto forma di attenzioni alimentari, affettive, di compagnia e di movimento apprezzato dal cavallo. Tanto più il cavallo è scuderizzato e isolato da attività sociali con altri cavalli, quanto più può divenire impaziente di uscire dal box e cimentarsi in un qualcosa. Mostra la sua impazienza sbattendo i piedi, scuotendo la testa, camminando in circolo, accennando al ballo dell'orso... tutti movimenti che sono associati anche ai vizi di stalla e possono essere confusi con essi.
Il nervosismo del cavallo, la sua ansia, in questi casi è invece una esplicita richiesta di uscire per far qualcosa, richiesta che, se spesso frustrata, può portare nel tempo ai vizi di stalla, a depressione, malinconia, stress e gastriti nervose.
Il cavallo impaziente smette di mostrare la sua intemperanza non appena comincia il lavoro, che per lui è una distrazione.
Chi ha il cavallo scuderizzato e che mostra spesso segni di impazienza, deve avere il tempo di lavorare il cavallo su base quasi quotidiana. Se non ha tempo da dedicare alla movimentazione del cavallo in una qualche disciplina, che diventa uno svago per il cavallo scuderizzato, dovrebbe riflettere su un cambio di gestione perché il cavallo abbia di che fare e di che intrattenersi anche al di fuori del lavoro in rettangolo o tondino amministrati dal proprietario.
Avere un cavallo insanguato, impaziente di lavorare, può essere anche un pregio per chi fa agonismo, ma sottintende che il proprietario debba avere molto tempo da dedicare al cavallo per incontrare quel bisogno di fare qualcosa di fisicamente e mentalmente attivo che interrompa la monotonia del box.
Difficilmente i cavalli che vivono al prato mostrano grande impazienza per il lavoro, piuttosto la mostrano per la somministrazione degli alimenti, richiamando l'attenzione di chi distribuisce fieno o granaglie, a meno che la relazione con il proprietario non sia così appagante da essere più preziosa della compagnia dei propri simili e del conforto del gruppo di pari. Obiettivo questo che dovrebbe essere in prima linea per qualsiasi proprietario di cavallo.