La Scuola di Equitazione Spagnola a Vienna, in Austria, è considerata da molti la migliore scuola di equitazione al mondo. Diventarne membro, imparare l'arte dell'alta scuola e ad addestrare e montare i lipizzani è per molti l'onore più alto che un essere umano possa ottenere nel mondo del cavallo. Che si sia d’accordo o meno con questa affermazione non è significativo. Il punto è capire il metodo utilizzato, che è l'esatto contrario di quello seguito abitualmente nella maggior parte delle scuole di equitazione, sia di monta inglese, sia di monta americana.
I metodi usati dalla Scuola di equitazione viennese servono per rafforzare il corpo del cavallo, per mantenerlo sano e per renderlo un atleta eccellente. Tutti i movimenti si basano su quelli naturalmente compiuti dal cavallo. I giovani cavalli vengono istruiti in tre fasi:
Lavoro di base: questa fase inizia quando il cavallo viene portato alla Scuola a quattro anni. Il cavallo viene istruito ad essere sellato e imbrigliato. Si inizia alla corda lunga ad insegnargli i comandi, a potenziare la sua obbedienza, e a rafforzare i muscoli in preparazione della monta con il cavaliere. Lavorare con la corda lunga include vari passaggi tra cui il passo, il trotto, e il piccolo galoppo e cambiamenti di ritmo nell'andatura; questo lavoro dura 2-3 mesi e precede la monta del cavaliere. Dopo la corda lunga, il cavallo viene cavalcato in un'arena su percorsi rettilinei, per insegnargli a rispondere ai comandi del cavaliere mentre è montato. L'obiettivo principale durante questo periodo è di sviluppare i primi movimenti liberi nelle andature ordinarie (non estese o raccolte), con un contatto corretto sia con le redini lunghe sia per iniziare ad educarlo alla lealtà. Inoltre viene potenziata la forza e la resistenza dell'animale per prepararlo alla prossima fase.
Lavoro scolastico: il cavallo solitamente è pronto per la seconda fase dopo un anno passato nella prima fase, anche se questo periodo di tempo viene regolato individualmente da cavallo a cavallo. I giovani cavalli sono sempre affidati a cavalieri esperti durante questa seconda fase, per prevenire lo sviluppo di cattive abitudini causate da un lavoro scorretto. Durante questo periodo viene istruito alle andature raccolte, e viene cavalcato in curve e percorsi circolari a tutte le andature. L'obiettivo principale di questa fase è di potenziare l'impulso del cavallo e i passi naturali, di promuovere il self-carriage, di rendere il cavallo docile e flessibile, e svilupparne gradualmente la muscolatura. Il cavallo imparerà a flettere il collo e a tenere quel portamento del corpo elegante che ne preserva anche la conformazione della schiena perché non si inselli. Il cavallo impara ad accorciare e ad allungare la sua andatura, a compiere movimenti laterali, con la maggior parte del lavoro fatta al trotto. La maggior parte dell'addestramento ha luogo in questa fase che occupa circa i ⅔ di tutto il tempo necessario per "produrre" un cavallo addestrato.
Alta scuola: in questa fase, il cavaliere spingerà gradualmente il cavallo alla perfezione in lealtà, contatto, docilità, andature raccolte e perfezionate e impulso. Durante questo periodo, il cavallo imparerà a eseguire alcuni dei più difficili passi come il cambio di mano nel mezzo passo, il counter-canter, il cambio al volo, la piroetta, il passage, la piaffe. Molti degli esercizi imparati prima nella seconda fase sono utilizzati in questa fase, focalizzandoli sulla qualità del lavoro e usandoli per aiutarlo ad imparare gli esercizi più difficili. Prima della fine di questa fase, il cavallo viene introdotto alla briglia doppia, per affinare la percezione dei comandi del cavaliere. I cavalli vengono quindi valutati per determinare se sono adatti all'"Arie sopra il terreno", l'ultima fase del loro addestramento. Quando vengono scelti, i cavalli vengono istruiti sulle loro arie più adatte, prima sul terreno e poi con un cavaliere.
Anche i cavalieri sono scelti attentamente. Lavorano prima alla corda lunga senza staffe e redini su cavalli ben addestrati per un periodo che va dai 6 mesi ad un anno, per insegnare un assetto bilanciato e indipendente. Sono poi autorizzati a controllare da sé gli animali, sotto la supervisione di un cavaliere esperto, fino a quando imparano a eseguire i movimenti dell'Alta scuola. Con un addestramento intensivo, ci possono volere 2-4 anni. Il cavaliere viene quindi autorizzato ad addestrare un giovane cavallo "non domato" fino all'Alta scuola, un processo che solitamente richiede altri 4-6 anni.
Tutto ciò premesso, lo scopo di tutto l'insegnamento, avviamento, addestramento equino è far sì che il cavallo risponda in modo positivo alle richieste umane. La più difficile è quella di andare a sella per una disciplina. In quanto predatore, un umano che sale in groppa ad un cavallo non solo è innaturale per lui, deve pure accettarlo volentieri.
Si tratta di una questione di sicurezza. I cavalli domestici devono imparare un gran numero di cose sconosciute ai cugini selvatici per favorire l'incolumità nell'impiego. La fretta non produce mai buoni risultati.
Senza dover andare tutti alla scuola di equitazione spagnola a Vienna, ci sarebbe un messaggio da portare a casa. L'istruzione di cavallo e cavaliere/amazzone, cominciano da terra, quale sia la disciplina praticata.
Il lavoro di base
L'equitazione ben svolta vuole che prima che un cavallo possa andare a sella ha tre bisogni primari che devono essere soddisfatti: sicurezza, comfort e fiducia.
- Per prima cosa il cavallo deve sentirsi sicuro al 100%. Nel suo mondo questo significa che non verrà mangiato.
- Il suo secondo bisogno è sentirsi a proprio agio: mentalmente, emotivamente e fisicamente. Non deve preoccuparsi del trattore che passa mentre lavora in tondino o rettangolo. Non deve sentirsi in ansia se separato temporaneamente dai suoi compagni equini. E non può provare alcun disagio fisico come mal di schiena o zoppia, che sposterebbe la sua attenzione dal lavoro al suo dolore.
Il terzo bisogno è il più complesso, quello del passaggio di testimone sull'affidamento.
In natura la quasi totalità dei cavalli ricopre il ruolo di gregario. Quindi per i cavalli l'affidamento è naturale come lo è per le persone. Il ruolo di capo ha delle responsabilità. Non tutti i cavalli desiderono assumere il ruolo del comando. Sia per il cavallo che per l'umano, il metodo per determinare la scala sociale in un gruppo è la sfida vicendevole. Per gli umani, a seconda del settore, può essere una sfida fisica o intellettuale. Con il cavallo è entrambe le cose.
Nella “terra dei cavalli” chi controlla il movimento dei piedi di un altro è il vincitore della sfida. Ma non si tratta mai solo del dominio della forza. Può capitare ad esempio che tra un pony e un grosso cavallo tenuti a vivere insieme domina il pony. E' chiaro che non è solo una faccenda di muscoli, altrimenti il cavallo sarebbe sembre il leader di una simile coppia. La maggior parte delle sfide tra equini sono pacifiche, rituali. E vince semplicemente l'equino più autorevole, che non ha paura di niente e che sa come procurarsi cibo, acqua, sicurezza.
L'ordine sociale nei cavalli non è però mai statico, ma variabile. Questo è ciò che rende il lavoro di base così importante. È solo quando il nostro cavallo si fida di noi e ci rispetta come persona a cui affidarsi che è in grado di imparare e seguire volentieri la nostra guida e le nostre richieste senza resistenza.
Una delle qualità più meravigliose del cavallo, di cui beneficiano anche gli esseri umani, è il suo innato desiderio di andare d'accordo e di integrarsi con gli altri, quindi la sua vocazione a fare da gregario. Ma per adattarsi deve prima sapere dove si trova nell'ordine gerarchico con i suoi compagni di branco... è il capo o il seguace?
Quando si inizia un lavoro di base che replica il linguaggio del corpo dei cavalli per il posizionamento sociale, gli si insegna quali saranno i suoi compiti nell'equitazione. E' importante che i compiti sul suo movimento siano impartiti senza paura, forza o dolore. Per questo è anche una sfida intellettuale, e la forza bruta i cavalli li rovina, non li educa. Il cavallo, perché diventi un compagno affidabile, deve accettare naturalmente e di buon cuore di fare il gregario. Tutti i cavalli lo accettano se ne hanno convenienza, perché sono degli opportunisti nel senso buono del termine.
Se si osservano i cavalli al pascolo, si vedrà l'effetto della costante messa in discussione dei ruoli sociali. Una tipica sfida è più o meno questa. Il cavallo "Fulmine" trova un ciuffo d'erba delizioso e inizia a gustarlo. Il cavallo "Lampo" lo vede e decide che vuole lo stesso ciuffo d'erba appettitoso. Si avvicina con uno sguardo torvo e si aspetta che Fulmine si allontani. Se non si muove, Lampo tira indietro le orecchie. Se non basta come ammonimento, apre la bocca, mostra i denti e accenna a mordere il collo di Fulmine. Infine, se Fulmine è risoluto a tenersi il suo bocconcino di erba, Lampo lo morde sul collo. Fulmine si allontana allora rapidamente dal disagio del morso. Lampo ottiene il ciuffo d'erba e stabilisce la sua superiorità su Fulmine nell'ordine di "beccata". Quella volta. La successiva potrebbe essere Fulmine a prevalere se i rapporti tra i due non sono stabili.
Alcuni cavalli sfideranno in modo intermittente gli altri per tutta la vita. Ciò stabilirà, ristabilirà o cambierà la loro posizione sociale all'interno del branco, sia che si tratti degli aggiustamenti di vita in paddock con altri cavalli, sia che si tratti della sua relazione in una mandria a due, cavallo e persona.
Il lavoro di base ha questo scopo. Stabilire la relazione a due cavallo- persona prima di montargli in groppa. Salire in groppa per cavalcare non è il momento adatto per scoprire se il cavallo è disposto ad affidarsi alla conduzione dell'equestre.
Per parlare il linguaggio dei cavalli in sicurezza, i giochi rituali di affidamento devono essere fatti a terra, in un tondino o rettangolo.
Solitamente si fanno con l'uso di una corda di addestramento, che viene fatta oscillare in aria per stabilire la distanza, la direzione, l'andatura. La corda sostituisce il morso o calcio che i cavalli si darebbero tra di loro per stabilire l'ordine di beccata. E' un prolungamento del braccio umano. Non è necessario che la corda colpisca il fianco del cavallo. Il più delle volte, basta consentire all'estremità della corda oscillante di allungarsi verso l'anca del cavallo. Anche se si dovesse decidere di colpire un cavallo particolarmente ostinato, sfiorare il cavallo dovrebbe bastare. Si tratta di una competizione rituale e non sarebbe sicuro invece trasformarla in una competizione di sopravvivenza.
Se è stata data al cavallo l'opportunità di muoversi prima che la corda lo tocchi, capirà di essere la causa del suo stesso male perché non è riuscito a togliersi di mezzo quando gli è stato chiesto gentilmente le prime volte. Non solo si muoverà, ma si muoverà senza diventare aggressivo o risentirsi nei confronti dell'umano con cui sta facendo i giochi di base di educazione. È così che il cavallo impara quello che viene chiamato "rispetto".
Con la comunicazione non verbale del lavoro di base, adottando il linguaggio equino, si fa sì che il cavallo risponda in modo positivo, guadagnandosi la sua fiducia e si stabilisce un ordine di "beccata" nella relazione. Se il lavoro è fatto con onestà, correttezza, assertività, senza violenza gratuita, e nel rispetto della forma fisica del cavallo e del suo essere idoneo al lavoro che gli si chiede, è più probabile che la relazione si stabilizzi in modo armonico e non conflittuale.
Per cavalcare il cavallo con leggerezza, assenza di resistenza e avere risposte positive, c'è bisogno che la relazione sia prima stabilita da terra con il lavoro di base. E' con il lavoro di base che il cavallo imparerà passo, trotto, galoppo, arretramento, salto, a fare la doccia, a salire sul van, a non aver paura se gli passa un aereo sulla testa, e qualsiasi altro cosa è necessaria per una convivenza pacifica in un ambiente antropomorfo, mettendoci del suo in intelligenza emotiva per riconoscere i richiami verbali e il linguaggio fisico umano, fatto anche di pressioni e aiuti con mezzi meccanici come i finimenti da equitazione.
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