L’empatia è fortemente connessa alle cure parentali, giacché per avere successo nell'allevare i piccoli, il genitore deve essere disposto a fare molti sacrifici, il che è possibile solo se amplia la sua zona del sentire, estendendo il proprio sé per comprendere l'altro.
Le cure parentali prevedono, infatti, tanta disponibilità da parte di chi accudisce: tempo, energie, risorse. Questa generosità si manifesta nei confronti dell'alterità solo quando il tu e l'io spariscono, per sciogliersi in una entità unica che è il noi: il gruppo parentale o famiglia.
Per essere un buon genitore, la persona deve imparare a sentire i bisogni della creatura che alleva, capirne i segnali di fame, sete, freddo, bisogno di compagnia, bisogno di cure.
Questo istinto parentale, si può manifestare non solo nei confronti di un piccolo umano, ma anche di una creatura di altra specie, per comprendere la quale si attiva un'interpretazione del linguaggio che può prescindere dallo studio etologico della specie, frutto di un'empatia innata, istintiva, che si origina dal cuore più che dalla testa e di carattere eminentemente emozionale. Questo processo potremmo chiamarlo coinvolgimento emotivo e genera un'osmosi: il sentirsi parte di un tutt'uno.
La propensione a lasciarsi coinvolgere, interessarsi, prendersi cura, aumenta le possibilità di sviluppare competenze, affinare le conoscenze, perché sviluppa l'interesse a fare bene e dunque ad investire per ampliare le capacità di fare.
L'empatia va dunque oltre la più semplice simpatia, cioè fievole benevolenza nei confronti di qualcuno, provocando un più forte attaccamento all'altro e una disposizione maggiore a prendersi cura dell'altro.
Gli esseri umani sono in grado di provare empatia per gli animali, fino a sviluppare un forte attaccamento e un amore conseguente che va oltre la strumentalizzazione dell'uso dell'animale per uno scopo pratico.
Anche gli animali sono capaci di empatia. Specialmente quei mammiferi che per allevare i piccoli prevedono un rapporto lungo e articolato e che vivono in branco, sviluppando relazioni di familiarità e affiliative per migliorare le capacità di sopravvivenza del gruppo parentale. In questi animali, l'empatia diventa il collante che rende ogni individuo partecipe delle problematiche del gruppo. Le emozioni sono perciò la prima forma di connessione sociale.
Pensando ai cavalli, le emozioni sono importanti, in quanto animali preda, e attengono alla sfera pubblica del soggetto anche quando suscitate da una condizione privata. Un cavallo che si spaventa nel branco, finisce per coinvolgere l'intero gruppo nello stato di allerta, tanto per citare un esempio. I cavalli condividono emozioni, le somatizzano, le trasmettono ai loro pari. Cercano di comunicare parimenti con l'individuo umano disposto all'empatia con loro.
E' importante, quindi, per una migliore relazione empatica con il cavallo, lasciarsi coinvolgere, aprire il proprio cuore, andare oltre al rapporto superficiale strumentale e disporsi ad una comunicazione più profonda e più emozionante.