Le ricerche di etologi e di appassionati horse-watchers forniscono molto materiale per raccontare la vita segreta degli stalloni in natura.
Le bande di scapoli, lungi da essere uno spreco per la vita selvatica, contribuiscono alla difesa generale delle bande di fattrici con piccoli al seguito e a diversificare le paternità, creando un patrimonio genetico migliore per la sopravvivenza dei cavalli.
I cavalli non sono monogami e neppure le cavalle, benché esistano rapporti di consorteria di lungo periodo. Esiste una sola regola, la sua assenza. Tutto varia a seconda delle risorse disponibili, dell'ampiezza del branco, delle origini del branco (come si è formato).
Lo stallone alpha vive con il branco di femmine e puledri, ma ci possono essere bande in cui vige la poligamia, con più di uno stallone adulto in età riproduttiva. Gli stalloni subalterni, che aiutano il capo nella difesa del branco, approfittano delle disattenzioni del primo per corteggiare qualche femmina e riprodursi. Certo, ottengono chance di paternità, ma meno dello stallone alpha, quanto basta per giustificare la cooperazione. E poi potrebbero sempre ereditare il branco. I cavalli sono universalmente conosciuti per il loro opportunismo furbo. La strategia evolutiva possiamo qui definirla "meglio di niente", chi si accontenta gode.
Anche lo stallone alpha può avvantaggiarsi dalla situazione. I suoi luogotenenti possono fare il lavoro per lui, facendo da vedetta per i predatori e contribuendo a fermare gli attacchi dei branchi di scapoli che vogliono rapire qualche giumenta, permettendogli più tempo per pascolare e per dedicarsi ai piaceri della riproduzione e ai compiti insiti nella paternità. Mica scemo. La strategia evolutiva possiamo definirla "c'è di peggio" che consentire a un luogotenente di farsi ogni tanto un'avventura, c'è infatti la possibilità di perdere l'intero branco a causa di un gruppo di fanatici scapoli organizzati e determinati a grandi conquiste.
Per quanto riguarda questi ultimi, essi fanno da satelliti ai branchi misti con femmine e puledri. Non è una vita solitaria e priva di qualsiasi gioia.
Non tutti i maschi hanno la chimica per fare gli alpha. Gli stalloni non sono creati tutti uguali come attitudine e impulso testoteronico. Non hanno tutti il richiamo alla paternità. La vita da scapolo, dopotutto, ha anche i suoi vantaggi. Gli scapoli si divertono a corteggiarsi e provocarsi fra di loro, giocando a simulazioni di monta, oltre che a simulazioni di lotta. Mangiano, giocano ai "montini", dormono. I più intraprendenti si cimentano in tentativi di "ratto delle giumente", o stanno sempre in occhio per cavalle espulse, o disperse, o fuggitive perché non vanno d'accordo con la matriarca e il suo gruppo di fedelissime e ambiscono a mettersi in proprio, specialmente se c'è qualche bel giovanotto equino nei paraggi disponibile a creare un nuovo branco.
La maggior parte degli scapoli però non vuole la responsabilità di fare il padre e il custode di puledri e puledre monelli. Lo stallone alpha, infatti, è un instancabile lavoratore. Non solo deve proteggere il branco, ma gli sono affidati anche i giovani stalloni cui insegnare il loro ruolo nella vita, mentre le madri accudiscono i nuovi nati e insegnano alle giovani cavalle il loro futuro mestiere da madri. E' una faticaccia, tanto lavoro, tanto sudore per garantire la sicurezza e il benessere di tutti e spesso poca riconoscenza.
La stragrande maggioranza di scapoli rimane nelle bande unisex per tutta la vita e non copulerà mai con una femmina e senza farsene alcun cruccio. Nei branchi di scapoli può esserci molto gioco apparentemente "duro", da maschiacci, ma serve solo a creare un ordine gerarchico tra i più combattivi, che si alleeranno per tentare di fare un loro branco con femmine, e i tipi più gregari e remissivi, che preferiscono una vita tranquilla in fratellanze di maschi, dove comunque non mancano gli affetti e le cure reciproche. Due cavalli maschi possono essere innamorati tra di loro e gridarsi eternà fedeltà, senza che nessuno si risenta.
Piacere alle femmine è un compito non da poco e il ruolo di stallone alpha comporta doveri e responsabilità di tutto rispetto. Non fa per tutti. Tra i cavalli non esiste lo stereotipo persecutore del vero maschio, e quindi nessun condizionamento ad atteggiarvisi. Anzi, se in un branco di scapoli volessero fare tutti gli alpha, sarebbe una guerra sanguinaria continua, con ben pochi superstiti. La maggior parte dei maschi si potrebbe dire che condivide questa filosofia: "meglio una sola notte da stallone, se capita, che un'intera vita in guerra".
La realtà è che anche il branco di scapoli ha bisogno di difendersi dai predatori, di sopravvivere, di procacciarsi risorse, di rafforzarsi e di creare al proprio interno rapporti mutualistici e cooperativi. E poi di divertirsi. Il branco di scapoli sarebbe invivibile, se tutti volessero fare il dominante della situazione. E, ancora, nei branchi di cavalli, i rapporti sono mutevoli. Età, salute, amicizie, rafforzano o indeboliscono. Tutto muta, tutto gira. Non è che se uno è dominante lo rimane per sempre. E non è che se uno è gregario significa che non tirerà mai fuori le palle. La cosa più triste per un cavallo che nasce maschio è trovarsi da solo. Meglio unisex orientato per un cavallo, che vero maschio solo nel deserto dei tartari.
Un ex alpha cacciato dal branco con le femmine, perché indebolito, e non reintegrato nel branco di scapoli, con il quale non ha mai avuto rapporti "amicali" di opportunismo reciproco vive gli ultimi anni della sua vita miseramente. Anche per questo i maschi alpha, in previsione degli anni del tramonto, coltivano rapporti con altri maschi subordinati. E' la loro unica chance per creare consorterie durature e assicurarsi una vecchiaia in famiglia. Bisogna anche pensare agli anni del pensionamento, garantirsi una posizione da nonno, aiutante e tuttofare, quando non si avrà più l'età "per correre la cavallina".
Per questo i cavalli sono generalmente abbastanza tolleranti, non pretendono l'esclusiva della monogamia a costo di rimetterci la vita, a meno che non si tratti di un branco molto piccolo e isolato, dove perseguire quel modello di affiliazione è possibile.
Addio "Grande Fratello", meglio l'horse watching per apprendere i rapporti mutualistici, opportunistici, di dominanza e gregariato, di consorteria, di tresche e tradimenti, tra maschi.
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