La libertà è da tutti considerata un valore irrinunciabile, ma difficile da definire, specialmente quando applicata agli animali che da noi dipendono.

Chiaramente un cavallo domestico ha un proprietario e quindi parlare di sua libertà significa sempre e in ogni caso della ricerca di un compromesso.

Un cavallo che ha un proprietario non è un cavallo libero: per quanto “umanamente” trattiamo i cavalli, essi sono comunque sottoposti comunemente a trattamenti che, se fossero coinvolti gli esseri umani, potrebbero essere discutibili.

Astrattamente i cavalli sono simbolo di libertà nella coscienza collettiva, ma quando si parla di cavalli domestici, ben pochi soggetti sono in grado di assoporarla questa libertà, dal momento che si tratta di una concessione e non di un diritto inalienabile stabilito attraverso leggi o regolamenti.

Sta a noi restituire al cavallo parte della libertà di cui ha bisogno per stare bene. Essa può essere concessa attraverso la libera movimentazione in paddock o recinto, magari con consimili, o attraverso il lavoro in libertà. Vediamo di cosa si tratta.

Quando si applica all'addestramento dei cavalli, il lavoro in libertà si riferisce a qualsiasi esercizio svolto con i cavalli mentre sono liberi di muoversi a piacimento senza corda o redini, pur all'interno, più spesso, di uno spazio circoscritto che realmente all'aperto.

Chi si diletta nel lavoro in libertà può eseguire acrobazie e movimenti con i cavalli, come l'inchino o l'impennata, il tutto senza finimenti o stare a sella del cavallo. Si utilizzano per comunicare con il cavallo dei segnali vocali e fisici, con l'ausilio di una lunghina o altro finimento come lo stick (o frustino) che indica quali movimenti fare o utilizzando al posto del finimento il movimento delle mani. Alcune persone di cavalli si concentrano sul lavoro laterale, che può essere insegnato anche in libertà da terra, per contribuire a migliorare l’elasticità del cavallo, mentre altri utilizzano le abilità apprese e le traducono nel montare a cavallo senza sella o senza morso.

Quali sono i vantaggi della formazione in libertà?

Molte persone che educano i propri cavalli al lavoro in libertà, riferiscono che i loro cavalli diventano più reattivi e si sentono in maggiore sintonia con l'umano. Il lavoro in libertà, oltre a migliorare la relazione e il legame di fiducia, sviluppa le abilità per una equitazione in leggerezza, intendendo con questo termine una maggiore affinità nel binomio, tale da richiedere meno contenimento e rinforzi negativi per avere dal cavallo la cooperazione necessaria per eseguire esercizi in sella in armonia.

Lavorare con un cavallo da terra significa trascorrere molto più tempo osservando e imparando i movimenti e comportamenti del cavallo. E' sicuramente una sfida, ma il bello dell'equitazione è migliorarsi nel tempo e questo tipo di allenamento comporta più impegno per l'umano e meno per il cavallo, una volta tanto.

Come iniziare l'addestramento alla libertà del cavallo

Chiunque può provare ad allenarsi in libertà da terra con il proprio cavallo. A differenza dell'equitazione, non è necessario avere un cavallo di una taglia o indole in particolare: è qualcosa che si può imparare a fare con qualsiasi equide, giovane o anziano, in perfetta salute o anche con qualche acciacco, a prescindere dalla formazione pregressa dell'equino.

Lavorare in libertà significa costruire un sistema di comunicazione: richiede pazienza, pratica e non avviene dall’oggi al domani. All'inizio, si tratta di insegnare al cavallo a rispondere a segnali semplici chiedendogli di avvicinarsi, allontanarsi, girare intorno alla persona in libero arbitrio. Via via, si possono aggiungere esercizi sempre più raffinati che richiedono maggiore connessione con il cavallo e maggiore competenza dell'equestre.

Per chi ha bisogno di aiuto, ci sono specifici corsi, seminari e workshop indetti da educatori che si rifanno a questa pratica denominata lavoro in libertà con il cavallo, o liberty training se si preferisce la locuzione inglese.

In quest’ottica l’equitazione non è più volta al solo soddisfacimento dei bisogni di sport e svago dell'equestre. Si tratta piuttosto di superare il vincolo della costrizione e nobilitare in questo modo il rapporto cavallo-persona.

Un obiettivo che a prima vista sembra invertire i ruoli, mettendo al centro il cavallo e le sue esigenze di espressione e movimento libero. Il punto è cercare una soluzione vantaggiosa per tutti, data dalla maggiore coscienza nell'interazione e di una totale rilassatezza nel rapporto. Va fatto presente che, in ogni caso, il lavoro in libertà promuove il bisogno di movimento, di tonicità, di svago, di cavallo e persona e quindi il benessere, ma ricercandolo senza apparente sforzo o accanimento agonistico.

Inutile dire che il lavoro in libertà fa bene anche a chi con i cavalli fa uno specifico sport. Infatti, aggiunge e non toglie consapevolezza e punta all'alleggerimento degli aiuti, che può essere utile in qualsiasi percorso di equitazione.