Quando si è alla ricerca di una svolta occorre un nuovo punto di vista. Solo se si è ricettivi per il cambiamento la lezione può essere integrata e si possono così ottenere dei risultati durevoli. Altrimenti, si assimila uno schema ma in modo superficiale e senza incidere in modo rimarchevole sulla realtà.
Nell’addestramento del cavallo, non è affatto divertente che l’apprendimento sia basato su una monotona ripetizione.
E vero che la ripetizione può creare “memoria muscolare” ed essere d’aiuto per tracciare le sequenze o i movimenti tipici delle varie discipline, ma è altrettanto probabile che lo stato mentale, l'aspetto psicologico e la salute fisica non traggano troppo beneficio da questo metodo d'apprendimento "passivo". E, non c’è da stupirsene, i cavalli non amano questo tipo di “lezioni”.
Se si cambia prospettiva, tutta la monotonia della ripetizione non è più necessaria per la formazione.
Ciò comporta ripensare come imparano i cavalli. Il sistema base di formazione che esiste attualmente non è l’unico modo ma, la maggior parte delle persone, sono convinte che lo sia, ritenendo erroneamente che la ripetizione e l'associazione tra un comportamento e un rinforzo negativo siano i percorsi principali per insegnare al cavallo.
Beh, non è così per fortuna. Sì, i cavalli possono imparare attraverso la ripetizione, ma sono in grado d'imparare anche altrimenti, senza ripetizione e attraverso un rapporto più stimolante tra insegnante-allievo.
Ciò è vero per i cavalli come per le persone. Ad esempio, possiamo insegnare a qualcuno semplicemente ripetendo un esercizio ma, possiamo anche spiegare cosa sia l'esercizio prima di chiederne l'esecuzione. La comprensione complementare del compito consente un apprendimento più veloce e motivato. Innanzitutto, occorre togliersi dalla testa lo stereotipo che la conduzione di un cavallo sia solo un atto fisico perché tale approccio riduce la risposta fisica alla mera ripetizione. La conduzione di un cavallo è anche un atto mentale. Infatti, possiamo inviare un'immagine al cavallo, una visualizzazione che lo aiuti a comprendere mentalmente ciò che vogliamo, oltre a fornire a noi stessi uno schema visivo che poi possiamo provare a riprodurre.
Quando cavalchiamo nella maniera del primo metodo (puramente fisico), probabilmente consideriamo il nostro cavallo come un "animale stupido", mentre quando cavalchiamo con il secondo metodo (che incorpora la visualizzazione), mostriamo che comprendiamo che l'animale può pensare, creare, ricevere e inviare immagini mentali e comunicare in modo telepatico con altre creature viventi.
L'assunzione generale sull'educazione risente della generalizzazione che la maggior parte degli esseri umani non riesce a capire le sfumature di una lezione che, quindi, devono essere insegnate nel "modo difficile": ripetizione, ripetizione e ancora ripetizione. Fortunatamente, alcuni credono nei benefici dell'educazione informale o di altre tipologie di apprendimento alternativo e costoro si danno da fare per costruire ambienti d’apprendimento diversi, più divertenti, più inclusivi.
Nel regno animale, l'apprendimento informale può fornire spunti per uscire dalla tecnica ed entrare nell’arte. I cavalli hanno la capacità di comprendere attraverso lo scambio emotivo. È per questo che la visualizzazione è fondamentale per l'arte equestre: porta al "pensiero molecolare" - un'interazione a livello mentale che consente al cavallo e al suo conduttore di capirsi meglio e di connettersi a livello più profondo, per diventare un essere solo.