La foto di una donna che allatta un cucciolo appartenente ad un’altra specie, pubblicata sui social, ha suscitato diverse critiche: tra chi la ha apprezzata e chi l'ha trovata deplorevole.
In natura non è un gesto poi così raro, accade che animali si prendano cura di cuccioli di altre specie, anche predatrici di prede. Così come ci sono comunità indiane ed africane le cui donne allattano cuccioli animali al bisogno. L’istinto materno non conosce specismo.
La strana cosa è che sull'inverso, una bovina o una capretta che allattino un bambino, nessuno avrebbe da ridire. Gli esseri umani si cibano abitualmente di latte di animali di altre specie, ma che la donna alimenti con il proprio latte un animale non è poi così accettato nella nostra comunità.
La risposta è la teriofobia. Essa si identifica non solo nella paura per gli animali, ma soprattutto nella paura dell’animalità: tra cui l'amore interspecie o empatia, che ci permettono di sentirci simili o uguali di importanza ai nostri amici animali.
L'ego è ciò che separa l'essere umano dalla natura, facendolo sentire superiore ad essa. In questa accezione un pò datata, tanto più ci si eleva sulla natura, tanto più si sarebbe una persona migliore.
La presunta superiorità dell’uomo sugli animali, l’antropocentrismo, è ciò che conduce allo specismo, e scinde cultura da natura. Il cristianesimo e altre religioni patriarcali hanno rimarcato questa differenza, ipotizzando che l'essere umano sia nato per dominare la natura e che questa sia potenzialmente perversa o cattiva. La natura abbasserebbe l'umano verso l'animalità, e quindi andrebbe addomesticata, come la donna che è vista, contrariamente all'uomo, quale espressione della natura.
Per questo in molti paesi vengono tenute vive alcune tradizioni particolarmente cruente nei confronti degli animali (come le corride, i palii, i sacrifici di animali nelle piazze in occasione di manifestazioni folcloristiche, tutte che esaltano il machismo).
In questo senso, ecologisti, animalisti, vegani o vegetariani, antispecisti, sono visti con diffidenza, così come a sottolineare l'avversione verso la natura come pari. Quindi mangiare la carne va bene, bere il latte di mucca va bene, tenere il cane da guardia va bene, ma amare questi animali come se fossero dei pari, nei tradizionalisti della nostra comunità, provoca ribrezzo o turbamento.
Oggi la mentalità sta cambiando e sempre meno persone desiderano distinguersi dagli animali, avendo ben presente che la presunta superiorità, spiritualmente parlando, non regge alla cronaca.
L'essere umano è l'unico animale, al contrario, che può gioire nel fare del male gratuitamente agli altri o che rischia di distruggere l'habitat per puro egoismo.
In sostanza, oggi si assiste a un cambio di paradigma, dove gli animali fanno da esempio di comportamento etico desiderabile, facendoci comprendere che l'amore e l'empatia estese a tutto il creato sarebbero non ciò che ci degrada, ma ciò che ci eleva e ci permette di prenderci cura del pianeta e di tutte le sue creature al meglio.
La teriofilia o simpatia per gli animali
La teriofilia è un concetto che si riferisce all'inversione del trattamento dell'uomo e dell'animale con l'argomento che gli animali possano essere pari o superiori agli esseri umani. Il termine indica anche la credenza che gli animali possano essere più felici, più ammirevoli, più normali e quindi più sani mentalmente rispetto agli esseri umani e perciò da emulare.
Uno dei primi e più noti teriofili a diffondere questi concetti fu lo stesso Leonardo da Vinci nei suoi studi sugli animali.