Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Natalia Giubilei del Tribunale di Perugia, in Umbria, nei confronti di 10 persone di etnia sinti – quattro in carcere, cinque agli arresti domiciliari, una con obbligo di presentazione al commissariato – vengono ricostruite le azioni della banda in una «sequenza continua di furti in abitazione perpetrata secondo un’organizzazione criminale ben strutturata e organizzata all’interno della quale ognuno ha i propri compiti».

La banda di sinti svaligiava case in centro e nord Italia. Tra la refurtiva recuperata, anche una pony rubata a Vicenza nel 2012.

Si legge nell'ordinanza che l'imputato: «Riceveva e occultava un cavallo razza mini-pony mantello appaloosa, provento del delitto di furto presso un allevamento di Piovenne Rocchette (provincia di Vicenza) commesso nel 2012».

Otto anni più tardi la polizia si accorge che nel box dei cavalli che si trova vicino all’abitazione di Tordandrea finita nel mirino c’è il mini-pony, ovviamente senza documenti.

Attraverso il chip dell’animale viene ricostruito che Josefien, questo il nome della pony, era stata rubata in Veneto insieme ad altri due cavallini.