Rachel Carson, spesso chiamata la madre del movimento ecologista, è stata una scienziata, naturalista e scrittrice americana, nata a Springdale (Pennsylvania) 1907 e morta a Rockville (Maryland) 1964.
Ha ispirato generazioni di attivisti e attiviste ed è stata un punto di riferimento importante per la riflessione ecofemminista. Tra il 1937 e il 1963 nei suoi numerosi scritti e interventi pubblici sfidò l’ideologia del progresso, denunciò l’irresponsabilità dell’industria chimica e l’indifferenza dei governi nei confronti dell’alterazione degli equilibri naturali e ne previde le conseguenze catastrofiche.
Scrisse diversi libri, tutti di successo. Con le vendite di "Il Mare attorno a noi", pluripremiato e il cui adattamento per il cinema le valse l’Oscar del miglior documentario, nel 1953 si comprò un potente microscopio e un cottage a Southport Island, nel Maine, a due passi dalla riva che descriveva nel libro.
Oggi l’area è il Rachel Carson National Wildlife Refuge che ospita varie specie di animali da palude allo stato brado, incluso cavalli selvatici.
Attraverso i suoi scritti, e con l’esempio della sua stessa vita, mise in discussione le ideologie dell’oppressione che impedivano alle donne l'emancipazione e parificazione dei diritti nelle società patriarcali ed esercitò una influenza rilevante su scienziate, movimenti femminili e donne comuni, grazie in gran parte alla potenza suggestiva di emozioni della sua scrittura.
Precursora del gender, con l'amica Dorothy Freeman visse un' amicizia intensa o amore discreto, come emerse dalla corrispondenza empatica che condividevano, e che ha visto la luce dopo la morte della Carson. Le due erano unite dalla passione per la natura e dalla volontà di intervenire nella vita pubblica, per riuscire a proteggerla, rafforzandosi a vicenda in quela sorellanza che è tipica dei movimenti femminili.
Era l’epoca delle morie ricorrenti di pesci nelle rive del fiume Mississippi e altri estuari, degli aerei che, per conto del Ministero dell’Agricoltura o di aziende agroalimentari, spargevano nubi di DDT su campi, abitazioni e giardini.
La libertà d’inquinare era garantita dall’assenza di leggi a difesa dell’ambiente e dei suoi abitanti, e gli effetti sulla flora e la fauna erano devastanti.
Rachel Carson si mise in azione: «Mi sono accorta di aver camminato per tutta la vita, inconsapevolmente, verso questa battaglia» scrisse a Dorothy.
Le era chiaro che le tossine che uccidevano i parassiti s’accumulavano negli organismi che di questi si nutrivano, con una concentrazione maggiore via via che si saliva nella catena alimentare. Le era altrettanto chiaro che le occorrevano prove solide prima di denunciarlo: l’industria chimica le si sarebbe rivoltata contro.
Sperava di concludere l’inchiesta in pochi mesi, ma si ammalò ripetutamente: le fu diagnosticato il cancro al seno proprio mentre scriveva delle sostanze cancerogene sparse nell'ambiente attraverso l'uso indiscriminato dei pesticidi. La aiutarono a finire il libro decine di scienziati nel frattempo diventati suoi sostenitori.
La pubblicazione di "Primavera Silenziosa" nel 1962 fu un evento epocale nella storia del pensiero ecologico. L’idea che gli esseri umani fossero parte di un delicato e complesso ecosistema implicava un radicale mutamento culturale, un rovesciamento completo della tradizione di pensiero che poneva gli umani al di fuori e al di sopra della natura.
I produttori di pesticidi cercarono di imporre la censura con copiose denunce per diffamazione. Un loro comitato di scienziati denunciò l’inaffidabilità dell’autrice con una campagna discriminatoria di odio sessista, fu insultata come zitella frustrata, isterica, forse lesbica e comunista, un pericolo per i valori della società del gruppo dominante. Indebolita dalla chemioterapia ma indomita come sempre, lei testimoniò davanti alla commissione del Congresso e al comitato di esperti convocati dal presidente Kennedy per accertare la validità delle sue affermazioni. Il rapporto degli esperti uscì nel maggio del 1963 e le dette ragione.
Primavera silenziosa divenne subito un best-seller, sempre ristampato da allora negli Stati Uniti come in Europa. Portò a leggi contro l’inquinamento, alla fondazione dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente per farle applicare, e alla costituzione dell’Agenzia per la ricerca sugli oceani e l’atmosfera.
Per sostenerne le tesi e le battaglie della Carson, si organizzano associazioni di volontariato prima inesistenti come Greenpeace, il WWF e altre Ong pronte a ripulire il mondo. Iniziò il movimento per bandire il DDT e altri composti chimici come il defoliante detto Agent Orange che aerei americani avrebbero sparso lo stesso sulle foreste del Vietnam e del Laos durante la guerra, nonostante gli effetti cancerogeni e teratogeni della sostanza fossero noti, con totale disprezzo nei confronti della vita umana, vegetale e animale, tipici del patriarcato colonialista.
Oggi come allora, il degrado dell’acqua, dell’aria e del suolo è il prezzo inevitabile da pagare per il benessere diffuso secondo i fautori della libertà di inquinare in cambio dello sviluppo economico, ma è anche la principale causa di malessere e di sottosviluppo per i paesi più poveri del mondo, come denunciano i movimenti ecologisti e ambientalisti contemporanei che aderiscono all'idea del One Earth: siamo un unico pianeta interconnesso, danneggiarne una parte lo danneggia tutto. Non basta dunque perseguire il One Health, una unica salute che vede interconnessi ambiente, animali e umani, bisogna abbattere le barriere dell'egoismo, perché il pianeta è uno e tutte le sue creature dovrebbero godere degli stessi diritti.
In poche parole, Rachel Carson è ancora attuale e ancora fonte di studio e ispirazione per generazioni di ecofemministe e di uomini emancipati da quel patriarcato che li condanna a essere predatori spietati senza possibilità di sviluppare il cuore.