Le corse di cavalli su strada, che siano o meno collegate a corse clandestine con scommesse, o solo allenamento, sono secondo noi un reato di maltrattamento, perché mettono a dura prova ossa e articolazioni dei cavalli. Quando è solo un allenamento, senza scommesse, può essere contestato almeno il reato amministrativo.
Il codice della strada punisce e vieta tutte corse non autorizzate su strada, che coinvolgano umani, animali o motoveicoli. Se sono gare senza scommesse, la punizione prevista è di tipo amministrativo, e consta di una sanzione di €700,00 per violazione del codice della strada quale attività sportiva non autorizzata. Se la corsa coinvolge mezzi a motore, vi è l'aggravante penale, lo stesso dicasi se vi sono annesse scommesse in denaro.
Per l'eventuale autorizzazione a correre per strada con i cavalli, il codice rimanda ai proprietari della strada (comune, provincia, regione), i quali devono rilasciare un'autorizzazione in contemporanea con quella della pubblica sicurezza altrimenti subentra il divieto. Si deve anche chiedere il parere della federazione sportiva di competenza.
Per ragioni di ordine pubblico – si occupa infatti un suolo del demanio - occorre richiedere questi permessi e ottenerli almeno tre giorni prima dell'evento, dovendo sussistere tutti in contemporanea. Chi senza questi permessi e cautele organizza una corsa di cavalli su una strada aperta al traffico, come è successo in questo caso, si assume la responsabilità di rispondere quanto meno di omicidio preterintenzionale se non doloso in caso di incidente: perché sapeva perfettamente di svolgere un'attività pericolosa, basta poco per far scartare un cavallo e andare a farlo sbattere contro una macchina o una moto che procede in senso contrario.
Quindi, riassumendo: non è permesso galoppare su strada con cavalli in stile gara. A corollario della questione, è importante denunciare questi fatti, anche se i tribunali sono intasati da denunce e i malavitosi pensano di poter approffittare di questo.
E' importante dare le giuste informazioni e controbattere a quei deliquenti che sostengono che gareggiare su strada con i cavalli è possibile.
Come è fondamentale che la gente sappia che divertirsi con queste cose rappresenta socialmente un segno di bassezza, di cui c'è poco da vantarsi, bisognerebbe invece vergognarsi.
Il caso
Video comparso in queso agosto rovente sul profilo di cavallari laziali, ambientato secondo voci di corridoio a Palestrina (RM), quartiere noto per la disturbanza malavitosa ivi arrecata da clan malavitosi di origine sinti legati anche ai cavalli, titolato "Non me lo ricordo e Miss Dada con Giulio Chiara". Nel video presumibilmente due purosangue inglesi, mentre era taggato da chi ha postato il video sui social, un fantino noto per la partecipazione a numerosi palii, tale Giulio Chioffi, detto "L'Asciutto". Nel vocale del video si sentono chiaramente incitamenti del tipo: "Vai Giulio", anche se sarà poi compito delle autorità stabilire a quale Giulio ci si riferisca.