Una donna, appassionata di equitazione e istruttrice di dressage, è stata condannata per diffamazione per un cavallo citato in un suo libro dedicato alla comprensione dell'equitazione e pubbblicato nel 2005.
Con sentenza confermata in corte di appello nel 2019, nonostante il ricorso in Cassazione, perso nel 2021, l'autrice veniva condannata per delitti di diffamazione commessi in danno di 2 sorelle di Gimigliano (CZ), proprietarie di un cavallo.
La reputazione di costoro, secondo la sentenza, era stata offesa dall'imputata mediante la pubblicazione del libro «Comprendere il cavallo - Storia e teoria dell'equitazione», nel quale si affermava, fra l'altro, che il cavallo Barnaby John, riconducibile ad entrambe le persone offese, dopo l'epilogo della sua attività agonistica, era «morto dopo anni di stenti», a seguito di «un'agonia protratta in nome di un egoismo cieco sbandierato ai quattro venti come amore».
Pare che il cavallo fosse bolso, gravemente inappettente e sottopeso, e che il veterinario avesse anche consigliato la soppressione. Invece è morto da sé e non è stata, secondo l'autrice del libro, una morte priva di dolore.