ROMA - La Corte di Cassazione ha confermato il sequestro preventivo dei cavalli, dei calessi e della somma di denaro confiscati dal Tribunale di Caltanissetta a tre componenti della famiglia Messineo, coinvolta lo scorso dicembre nelle indagini sulle corse clandestine di cavalli nel capoluogo nisseno.
Gli imputati, accusati di promozione e organizzazione di competizioni clandestine tra animali, «sono stati colti nell'atto di partecipare a una corsa clandestina». Come risulta dal verbale di arresto, scrive la Cassazione «la somma di 2.955 euro, composta da biglietti di vario taglio e suddivisa in due mazzette, era custodita in una tasca interna del giubbotto» indossato da uno degli indagati. La tesi della difesa, secondo cui tale somma non sarebbe collegabile alla gara clandestina, è stata bocciata dai giudici supremi: «Con motivazione non manifestamente illogica il Tribunale ha ribadito che il possesso di un'ingente somma di denaro, peraltro suddivisa in banconote di piccolo taglio, sia sintomatico del fatto che la gara fosse accompagnata da scommesse clandestine tra i partecipanti». Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile.