Auto che scorrazzano sui prati di Pantano della Zittola, l’area tutelata dall’Unione Europea. Cavalli a spasso di giorno ma anche di notte sulle strade o tenuti in pastoie perché non vadano in giro a creare problemi di incolumità. Cavalli predati dai lupi. Staccionate e costruzioni abusive che interferiscono con i corsi d’acqua, recinzioni costruite col filo spinato e torrenti deviati con i guardrail.

Il tutto finanziato con fondi pubblici.

Fra l’altro, secondo la normativa nazionale, i pascoli allo stato semi-brado possono essere effettuati tutto l’anno ad eccezione della stagione invernale, dal 1 dicembre al 30 aprile, perchè il pascolo deve rigenerarsi e in questo arco di tempo dovrebbero essere ricoverati in stalle. Ma non tutti gli allevatori del cavallo Pentro ne dispongono.

Questo è quanto da anni emerge dalle denunce che riguardano il Pantano della Zittola, a Montenero Val Cocchiara, in provincia di Isernia, Molise, dove ci sono equini protetti per legge regionale in teoria, di fatto non si capisce di che tutela si tratti.

Nelle realtà, a Pantano della Zittola si consumano “illegalità e abusi” da anni, regolarmente denunciate dalle associazioni animaliste e ambientaliste, il tutto con l’impiego non corretto dei soldi pubblici.

La Regione Molise eroga i finanziamenti del Piano di sviluppo rurale agli allevatori del Pentro del Pantano della Zittola, quindi parliamo di fondi europei, volti anche ad adeguare le strutture di ricovero degli animali nel rispetto di determinati requisiti igienico-ambientali.

Ma, o le stalle e i recinti non ci sono, o non sono adeguati a trattenere i cavalli. Tanto è che finiscono regolarmente a zonzo a rischio di provocare incidenti. Finiscono regolarmente predati dai lupi, e anche lì altre erogazioni pubbliche, 500 euro per ogni cavallo predato. Non si sa mai allora che la predazione non sia addirittura "assistita" pur di prendere contributi pubblici a fronte di spese irrisorie per allevare questi cavalli se vengono tenuti su terreno demaniale di pascolo tutto l'anno.

Sono tante infatti le denunce sul fatto che l'indennizzo possa essere utilizzato in maniera distorta da alcuni allevatori che preferiscono lasciare i cavalli in pasto ai lupi proprio per ottenere i fondi piuttosto che curare gli animali sostenendo costi maggiori.

E infine, c'è il video di questa settimana che ritrae una fattrice in pastoie con il suo puledro. Detenzione del tutto vietata come posta fissa, che mette oltremodo a rischio la cavalla di essere predata dai lupi perché in quelle circostanze non riuscirebbe proprio a fuggire.

Denunceremo alle autorità, ma visto che nessuna denuncia presentata da alcuno ad oggi, ha sortito un effetto di mitigazione delle scorrettezze e criticità, anche questa ulteriore denuncia rischia di cadere nel vuoto. Se non c'è volontà politica di cambiare le cose, c'è ben poco che le associazioni animaliste e ambientaliste possano fare, tranne dare fastidio mettendo il dito nella piaga.

 

Cavallo Pentro, razza protetta dalla legge regionale del Molise

Per "cavallo pentro" si intende il cavallo che presenta le caratteristiche fisiche e morfologiche identificate dalla ricerca del Dipartimento SAVA - Facoltà di Agraria dell'Università del Molise. La Regione Molise, ai sensi della Legge Regionale n. 26 del 27 maggio 2005, riconosce l'esistenza di un interesse generale alla tutela della razza del Cavallo Pentro, originaria della zona del "Pantano della Fittola" in agro di Montenero Valcocchiara, in provincia di Isernia e, considerata la valenza della bio-diversità zootecnica della razza, si propone di conservarne il patrimonio genetico, culturale e ambientale, incentivandone l'impiego in tutto il territorio molisano. Ogni animale riproduttore della razza, pertanto, deve essere identificato con un appropriato ed idoneo sistema di identificazione e iscritto al registro anagrafico regionale del Cavallo Pentro, in cui sono indicati i loro ascendenti e i nuovi nati.