Quando si vedono cavalli in sofferenza, ovviamente si vorrebbe aiutare. Ma come? Sarebbe bello che bastasse una telefonata per risolvere la situazione, vuoi ai carabinieri, alla municipale, ai veterinari delle ASL o agli enti preposti ai controlli sugli animali (guardie ecozoofile). Purtroppo, spesso non è così. Oltretutto, se per ignoranza ci si sbaglia a muoversi, si rischia di far peggio. Per essere il più possibile utili, è importante capire come funzionano le cose in Italia con le normative attuali.
Come funziona la legge
La negligenza, l'abuso e / o l'abbandono sono considerati crudeltà verso gli animali e sono un reato penale, ma "minore". Ciò significa che anche a seguito di esposto, di sopralluogo da parte di un ufficiale, non necessariamente segue il sequestro con rimozione dei cavalli e l'arresto del proprietario. Anzi, queste sono le eccezioni e, per quanto riguarda l'arresto, una evenienza veramente singolare che si determina solo a seguito di un processo che termina con la colpevolezza dell'allevatore e la cui sentenza passa in giudicato, dove siano rasentate delle aggravanti particolari.
Se, a seguito di un sopralluogo, l'allevatore (proprietario, detentore) di cavalli viene valutato fallace, rischia più che altro delle sanzioni.
Difficilmente i cavalli sono sequestrati, perché Il proprietario può appellarsi contro la misura, i casi possono trascinarsi attraverso i tribunali per anni e questo può comportare una spesa pubblica enorme e una situazione di stallo e incertezza per i cavalli, che qualcuno deve mantenere, pur non possedendoli né potendone disporre, per anni e anni, fino a quando il procedimento giudiziario non giungerà alla sua conclusione. Dovesse vincere l'imputato, può richiedere la restituzione dei cavalli e i danni. Inoltre, è consuetudine ormai dai tempi di crisi, che non sia erogato alcun rimborso di giustizia per il mantenimento dei cavalli, dovessero questi essere affidati ad associazioni o privati per il mantenimento fino alla fine del processo. Peggio ancora se sono affidati all'indagato, perché potrebbero continuare a vivere nella negligenza, abuso o maltrattamento cui erano sottoposti prima del sequestro.
Infine, ci sono casi in cui la crudeltà verso gli animali è una violazione di tipo amministrativo, piuttosto che penale. La trascuratezza e la negligenza, che non comportano però il rischio di morte immediato del cavallo, è più probabile che siano recepite come violazioni amministrative e che diano luogo a una prescrizione (un tot di tempo per migliorare la gestione) per evitare le sanzioni (multe).
Se il caso è visto come violazione "amministrativa", nulla vieta al proprietario di disfarsi degli animali così si libera del problema. La violazione amministrativa non impedisce infatti al proprietario di vendere i cavalli. E dove vanno a finire? Quindi, non sempre l'esposto va a tutelare i cavalli, potrebbe andare a farli sparire del tutto, comportando per essi la perdita della vita.
Tutto ciò preso in considerazione, non è il caso di essere avventati. E' meglio cercare di conoscere bene le situazioni che si vogliono segnalare. E in alcuni casi, è meglio risolvere attraverso la mediazione, senza chiamare le autorità.
Le associazioni animaliste sono un capitolo a parte, perché se non hanno il decreto prefettizio per i controlli come guardie ecozoofile, non possono entrare legalmente nella proprietà senza il permesso del proprietario. Né tanto meno possono portargli via gli animali. Le associazioni animaliste possono mediare e aiutare a cercare una soluzione. Possono documentare le condizioni di disagio degli animali e rendersi disponibili a prendersi cura di loro, possono fornire testimonianze in tribunale, ma tutto ciò deve essere fatto in coordinamento con un ufficiale delle forze dell'ordine locale che ravveda la necessità di intervento. Non hanno cioè potere autonomo d'azione.
Generalmente parlando, un sequestro è possibile in Italia solo se si trovano sul luogo carcasse di animali, o il pericolo immediato di morte per gli stessi. Cioè solo se la situazione è particolarmente grave.
Nel dettaglio cosa fare
Quando si incontra un cavallo vagante o libero, occorre chiamare immediatamente la municipale. Tale condizione pone infatti un pericolo immediato se il cavallo può essere causa di un incidente. Se si riesce a catturare il cavallo in sicurezza, va bene. Se si devono correre dei rischi, lasciare che a farlo siano persone capaci. Chiamando le forze dell'ordine, occorre dare un indirizzo preciso. La località non basta, serve la via precisa in cui il cavallo si trova, se conosciuta.
Se si vede un cavallo --- o qualsiasi altro animale --- che si ritiene possa essere trascurato, abusato o abbandonato, chiamare il veterinario della ASL, o la municipale, o i carabinieri o le guardie ecozoofile competenti per quello specifico territorio. Se il pericolo non è immediato, è ancora più efficace fare una segnalazione scritta, perché si innesca l'obbligo documentato di sopralluogo entro 30 giorni.
Solo se non ci si sente a proprio agio a chiamare le forze dell'ordine, o i referenti locali delle guardie ecozoofile, perché si teme che sia un caso "sensibile", o ripercussioni, può avere un senso rivolgersi ad una associazione nazionale di tutela equina che non ha referenti in loco.
Come fare una denuncia e cosa aspettarsi
- Chiamare le autorità competenti o inviare una segnalazione per iscritto, fornendo l'indirizzo in cui si trova il cavallo. Senza informazioni specifiche, non si possono localizzare gli animali.
- Scattare foto o video da una strada pubblica, senza entrare nella proprietà privata, per dimostrare il caso. Queste immagini aiuteranno le forze dell'ordine e / o il soccorso a identificare i cavalli e a decidere la priorità di intervento.
- Annotare il numero di cavalli, le condizioni di ogni cavallo e ogni altro dettaglio pertinente. Se il cavallo/i sono visti di frequente, si può avviare una sorta di registro in cui si documenta l'evoluzione nel tempo.
- Dare alle autorità il tempo che serve. Se la vita di un cavallo trascurato non è in pericolo immediato, la maggior parte delle forze dell'ordine darà al proprietario l'opportunità di correggere la situazione. Istruiranno il proprietario sulle pratiche di cura adeguate e stabiliranno le linee guida per il miglioramento, quindi visiteranno di nuovo l'allevamenrto per vedere se il proprietario ha rispettato la prescrizione. Le forze dell'ordine possono anche prendere il tempo per ottenere una seconda opinione da un esperto, come un veterinario. Tutto ciò richiede tempo e possono passare le settimane o i mesi. Se, dopo tutto ciò, il proprietario non ha rispettato la prescrizione e i cavalli sono ancora trascurati, solo allora le forze dell'ordine inizieranno a fare qualcosa di più serio che potrebbe corrispondere a sanzioni. E solo se neppure le sanzioni forniscono l'effetto desiderato, e nel frattempo i cavalli peggiorano e le segnalazioni continuano, le autorità prenderanno in considerazione un sequestro.
- Se il cavallo è in pericolo immediato, occorre chiamare le autorità e non andare via dalla scena fino al loro arrivo. Le situazioni d'emergenza includono i cavalli in stato di disidratazione avanzata d'estate e senza fonte di abbeveraggio nel circondario, un cavallo che è giù a terra e non riesce ad alzarsi, uno che è caduto in un fosso o legato solo senza custodia ad un albero, un cavallo che è stato gravemente ferito e similari. Fatta la segnalazione, è ovvio voler sapere come va a finire. Si può tentare di rimanere informati, ma molto probabilmente le autorità non discuteranno i dettagli di un'indagine in corso, ma potrebbero informare se hanno stabilito che non c'era alcuna negligenza o abuso penale. Potrebbero giustificarlo come un caso limite, che non rispondeva a una definizione penale perseguibile di negligenza o abuso; il cavallo poteva essere malato e già sotto le cure di un veterinario; il cavallo poteva essere molto anziano; o forse il cavallo/i non c'erano più quando è avvenuto il sopralluogo.
Cosa non fare
- Non sottrarre di forza il cavallo al suo proprietario, si potrebbe essere accusati di furto e passare dalla parte del torto.
- Non soccorrere l'animale se poi l'accusa è di incuria, perché se le autorità arrivano e trovano fieno ed acqua, possono decadere le accuse di negligenza e non servirà a nulla dire che si è portato in prima persona i soccorsi.
- Non somministrare cure non concordate con il proprietario, perché se poi il cavallo muore, si potrebbe essere accusati di aver peggiorato le cose.
- Non cercare di fare giustizia da soli, potrebbe essere un boomerang che si rivolta contro i soccorritori.
Purtroppo la soluzione per l'abuso, la negligenza e il maltrattamento di cavalli in Italia non è semplice, con le attuali normative. Si può fare gruppo con coloro che vogliono cambiare le regole, o impegnarsi nella sensibilizzazione per prevenire i casi. Quando però si affronta un caso concreto, occorre comprendere che alle volte l'azione più semplice e risolutiva, se ce lo si può permettere, è comprare il cavallo e portarlo via. Assolutamente non da fare se poi non si hanno le sostanze per mantenere in benessere l'animale. Se questa azione non è possibile, occorre non rassegnarsi e segnalare alle autorità del caso. Magari non si vede la giustizia fatta subito, ma la determinazione e costanza, insieme alla conoscenza del modo migliore di agire, alla fine possono premiare per ottenere un miglioramento nelle condizioni di gestione degli animali che si vogliono soccorrere.
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