Istruttore di equitazione che gestiva nel Biellese un maneggio, avrebbe, secondo l'accusa, maltrattato due cavalli.

Ne avrebbe portato uno vicino alla morte per fame, e non avrebbe avvertito il veterinario quando l'altro era stato colpito da una colica così grave da rendere poi necessario l’abbattimento.

Così Graziano Bonaventura, 77 anni, difeso dall'avvocato Massimo Pozzo, è stato condannato dal tribunale di Biella, in Piemonte, a una pena di quattro mesi e a versare 21 mila euro di risarcimento ai proprietari dei due cavalli, un avvocato e sua figlia amazzone, oltre che al pagamento di tutte le spese processuali.

Bonaventura, istruttore di equitazione e grande esperto di cavalli, secondo l'accusa avrebbe fatto del male volontariamente ai cavalli, per consumare una sorta di vendetta per disaccordi economici con i titolari della struttura: il centro ippico Prà Grande di Masserano. Poprio la grande esperienza con i cavalli, ha sostenuto l'accusa, non rende giustificabile il non essersi accorti che i cavalli avevano bisogno di cure.

Uno dei due cavalli, «Halo», nel 2016 era stato abbattuto dopo essere stato colpito da una paratopia del colon che, sempre secondo il pm e la parte civile (patrocinata dall'avvocato Sergio Gronda), Bonaventura non aveva segnalato in tempo alla proprietaria, un'amazzone ventisettenne. Quando infine il veterinario era intervenuto il cavallo era già moribondo e non aveva potuto far altro che praticargli l'eutanasia per porre fine alle sue sofferenze. Ancora peggiore il trattamento che avrebbe riservato al cavallo «Sponge Bob», a cui aveva smesso del tutto di dare da mangiare, fino a ridurlo in condizioni di patologica denutrizione, sottoponendolo quindi a «sevizie insopportabili per le caratteristiche etologiche».