La Spezia, 23 dicembre 2019 - Aveva affidato il suo cavallo da corsa ad un custode ed allenatore a Migliarino Pisano. Lui, però, aveva omesso di adoperare le cure e cautele necessarie all’animale, al punto da provocargli delle lesioni e una zoppia che hanno perfino impedito al cavallo, da quel momento, di correre in gara.
E’ la disavventura capitata a uno spezzino di 32 anni appassionato di corse al trotto. I fatti si riferiscono al maggio 2016, quando lo spezzino aveva deciso di affidare il suo cavallo ad un allenatore pisano. Un’esperienza che si era rivelata assai negativa, al punto da sporgere denuncia per maltrattamenti al tribunale di Pisa, in base all’articolo 638, comma 2, del codice penale, affidandosi al suo legale di fiducia Davide Bonanni.
Dispositivo dell'art. 638 Codice penale: Chiunque senza necessità uccide o rende inservibili o comunque deteriora animali che appartengono ad altri è punito, salvo che il fatto costituisca più grave reato, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a trecentonove euro. La pena è della reclusione da sei mesi a quattro anni, e si procede d'ufficio, se il fatto è commesso su tre o più capi di bestiame raccolti in gregge o in mandria, ovvero su animali bovini o equini, anche non raccolti in mandria.
Nei giorni scorsi c’è stata la sentenza di condanna a quattro mesi, con la sospensione condizionale della pena, del custode e allenatore del cavallo, Gianfranco Capenti di 65 anni residente a Chiesina Uzzanese. Ha scelto di patteggiare, in seguito al decreto di citazione a giudizio chiesto dal pubblico ministero Lydia Pagnini.
L’avvocato Bonanni aveva infatti presentato un dettagliato rapporto, corredato di fotografie, in cui si notavano le ferite riportate dal cavallo durante quei venti giorni in cui era stato custodito a Migliarino Pisano. L’accusa era di aver cagionato all’animale, senza necessità, lesioni consistite in zoppia provocata da infezione sottocutanea, una ferita deiscente sulla regione dorsale del nodello e un’altra ferita a direzione verticale nella regione mediale. Inoltre durante il periodo in cui il cavallo doveva essere curato da Gianfranco Capenti, era dimagrito parecchio al punto da causarne il deterioramento.
Quando il proprietario spezzino se ne era accorto, aveva subito portato via il cavallo chiedendo un risarcimento, che però non aveva ricevuto. Da qui la denuncia penale, che dopo il rinvio a giudizio si è conclusa con la condanna a quattro mesi per patteggiamento. Capenti è stato condannato dal giudice del tribunale di Pisa anche a pagare le spese legali per 1000 euro. Con la possibilità del proprietario del cavallo di proporre l’azione civile.