Secondo la Procura queste persone, volontarie di un ente riconosciuto a livello regionale con statuto per incarichi di protezione civile, servizi di vigilanza animale e ambientale, assistenza alla popolazione e ausiliari del traffico, con sede principale a Monte Santa Maria Tiberina e due sedi operative a Panicale e Passignano sul Trasimeno, si sarebbero qualificati, in maniera illegale, come guardie particolari zoofile e appartenenti a una “Sezione speciale di polizia giudiziaria”, usurpando tali funzioni.
Per la Procura gli indagati, a vario titolo, avrebbero svolto controlli di guardia giurata zoofila (incarico per il quale non basta il riconoscimento regionale dell'associazione, ma occorre il decreto del prefetto per operare che detta anche l'ambito e i limiti), effettuando attività di polizia amministrativa per abbandono di rifiuti, arrivando a identificare e sanzionare una persona.
Contestata anche la truffa, in quanto avrebbero convinto altre persone a iscriversi all’associazione, per 50 euro, facendo credere loro che avrebbero potuto svolgere l’attività di guardia zoofila, quando in realtà è necessaria l’autorizzazione prefettizia.
Altra accusa è quella di usurpazione di funzioni pubbliche in quanto veniva consentito ad alcuni appartenenti “di recarsi all’interno dell’abitazione privata di … al fine di eseguire controlli sanitari sul gatto di proprietà della stessa, rappresentandole il rischio di poter essere denunciata per maltrattamento di animali”.
Le accuse mosse dalla Procura riguardano anche le false dichiarazioni all’Afor (Agenzia Forestale Umbra) di aver svolto attività antincendio e di vigilanza ambientale in diverse zone della provincia di Perugia.
L’ultima contestazione riguarda l’abuso di funzioni di pubblica sicurezza al concerto di Daniele Silvestri a Norcia il 13 agosto del 2020, con tanto di attività di controllo e poi con la scorta del cantante sul posto e la vigilanza nel backstage.
I fatti contestati sono avvenuti a Perugia, Magione, Monte Santa Maria Tiberina, Spoleto, Norcia, Corciano, per un totale di 39 episodi che vedono come parte offesa cittadini, Regione Umbria, Prefettura di Perugia e Agenzia forestale.
Inizialmente gli indagati erano 17, alla conclusione delle indagini il numero è sceso a 13 e poi a 8, dopo che 2 hanno chiesto la messa alla prova, mentre per 2 è arrivata l’archiviazione dopo l’avviso di conclusione delle indagini, altri 2 hanno chiesto l’abbreviato e per 3 il pm ha chiesto il non luogo a procedere.
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