Nel 1995 una cavalla di nome Burletta, di anni 8, era stata venduta da "Tizio", appassionato di palii e cavalli da corsa, a "Caio" al prezzo di euro 4000.
Caio non paga i 4000 perché il suo veterinario gli diagnostica un crampo rotuleo della zampa, che rende la cavalla inidonea a qualsivoglia uso: cavalla da compagnia.
Parte la denuncia e nel 2002 il Tribunale di Perugia si dichiara incompetente sulla materia e reinvia al giudice di page.
Il giudice di pace condanna l'acquirente a pagare la cavalla, perché non era esplicitato o provato che l'avesse comperata per le corse, anzi il venditore sosteneva che era stata acquistata da passeggio e che lui non era a conoscenza del vizio "occulto" e quindi che era in buona fede quando l'ha ceduta.
Il condannato ricorre in civile per farsi pagare le spese di mantenimento e nel 2015 perde.
Contemporanamente va in appello per la decisione del giudice di pace.
E si trova nel 2020 di fronte alla Corte di Cassazione (civile sez2 n.19812), per una cavalla comperata 15 anni prima, che gli rigetta tutte le doglianze.
Nulla si sa di come sia finita la cavalla Burletta, che oggi se fosse ancora viva avrebbe 36 anni.