Gaspare Francesco Franzino il veterinario accusato di essere colui che somministrava sostanze proibite ai cavalli utilizzati nelle corse clandestine nell'ambito dell'Operazione Zikka, era stato condannato in primo grado per i reati a lui ascritti.
ll tribunale di appello, in parziale riforma della decisione emessa dal Tribunale di Messina, riduceva a due anni di reclusione la pena inflitta, concedendo altresì il beneficio della sospensione condizionale, nel resto confermando la pronuncia impugnata, che aveva affermato la penale responsabilità dell'imputato per i delitti di cui agli artt. 416 cod. pen. (associazione per delinquere) e 544-ter, comma 2, cod. pen. (maltrattamento di animali associato alla somministrazione di sostanze stufacenti), assolvendo l'imputato da altri reati che gli erano stati contestati in primo grado.
La Corte di Cassazione - Penale Sent. Sez. 3 Num. 21027 Anno 2022 - ha rigettato il ricorso del veterinario, riconfermando dunque le pene inflitte dall'appello.
I medicinali con cui il veterinario dopava i cavalli avevano lo scopo di aumentarne le prestazioni durante le corse illegali, che come noto si svolgono su strade asfaltate, in mezzo al traffico con cavalli attaccati a sulky nati per il trotto ma mandati al galoppo più disperato possibile, incitati anche da sciami di scooter e macchine strombazzanti: alla faccia del benessere degli animali.
Non è però l'unico veterinario che è stato scoperto partecipare, in associazione per delinquere, al reato del doping.
Leggi qui un altro articolo sulla compiacenza dei veterinari nel doping per corse clandestine: https://www.horse-angels.it/la-rivista/giustizia/doping-e-veterinari-compiacenti-il-caso-del-clan-galli-e-altri.html