Fissato per il 20 gennaio 2020, presso la Corte d'Appello di Bari, il procedimento penale a carico di 4 persone, già condannate in I grado dal Tribunale di Foggia, in seguito alle indagini relative al decesso di una giovane donna caduta da cavallo.

Un caso di cronaca che scosse la comunità quello riguardante Antonietta Prencipe, appena 21 anni, morta dopo essere caduta da cavallo sulla SP 57 (frazione “Montagna” di Manfredonia) nel maggio del 2012. Dopo le indagini dei carabinieri locali, i rinvii a giudizio e infine il processo di primo grado, dove il Tribunale di Foggia aveva condannato per omicidio colposo il titolare del maneggio, M.P., ritenuto responsabile del reato a lui ascritto. La giudice Magliulo, nella sentenza di primo grado del febbraio 2018, gli aveva inflitto una pena di un anno e sei mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali. Il tiolare del maneggio era stato anche condannato a risarcire i danni cagionati alle costituite parti civili (4 familiari della vittima) attraverso il pagamento a titolo di provvisionale della somma di 10mila euro ciascuna.

Dichiarati colpevoli per favoreggiamento (resero false dichiarazioni) M. M., L. R e G. M. Per loro pena di otto mesi di reclusione e pagamento delle spese processuali. Ai tre era stato concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena.

I testi dell’accusa dichiararono in sede di dibattimento che la ragazza si era recata nella struttura per effettuare le prime lezioni a cavallo. Una volta salita sull’animale, fu portata lungo la stradina adiacente il maneggio e poi lasciata da sola, come raccontò un teste oculare. Il trailer giunto in zona spaventò la cavalla murgese, che impennò facendo cadere la giovane rovinosamente a terra. Antonietta, senza alcuna protezione al momento dei fatti, morì sul colpo.

Opponendosi all’ultima archiviazione, il legale della famiglia della vittima, l’avvocato Innocenza Starace, indicò la presenza del teste oculare che fornì elementi relativi alla morte della giovane. Il gip Zeno accolse la seconda opposizione all’archiviazione del caso, disposta dal pm Laronga, richiedendo ulteriori indagini per comprendere se e come la giovane fosse salita sul cavallo, se era sola al momento dei fatti, se l’animale (una cavalla di razza murgese, regolarmente microchippata) fosse stato domato, se la giovane prima dei fatti indossasse o meno un casco protettivo. Infine, la sentenza di primo grado che ha acclarato le responsabilità degli imputati.

Il ricorso in Appello

Contro la sentenza del Tribunale di Foggia è stato proposto ricorso in appello dagli imputati, difesi dagli avvocati Michele Gentile, Francesco La Torre e Michele Brunetti, tutti del Foro di Foggia.

La Corte di Appello di Bari, all’udienza svoltasi lunedì 25.11, ha rinviato la trattazione del processo al 20.01.2020, giorno in cui la Corte, all’esito dell’udienza, deciderà se confermare le condanne di primo grado, modificarle, o assolvere completamente gli imputati come richiesto dagli avvocati difensori.