Non solo un imponente giro di furti d’auto, ma anche macellazione clandestina di cavalli per carne destinata a ristoranti e trattorie della provincia bresciana, è questo il bilancio dell'Operazione Donkey.

La macellazione abusiva di equini è il risvolto più singolare della maxi inchiesta dei carabinieri del Comando provinciale di Cremona, non a caso soprannominata Operazione Donkey, che su mandato del Gip ha portato all'arresto di 12 persone (10 in carcere e 2 ai domiciliari) per i reati di furto aggravato, ricettazione e riciclaggio (tutti in concorso).

“Il provvedimento – spiegano i militari – scaturisce da un’attività d’indagine condotta nei confronti di un sodalizio criminale dedito al riciclaggio, alla ricettazione ed all’appropriazione indebita di autovetture (soprattutto di grossa cilindrata) rubate nelle province di Cremona, Brescia, Piacenza, Bergamo, Lodi, Milano, Monza-Brianza, Pavia, Parma e Torino”. Il lavoro degli inquirenti ha condotto ad appurare che la compagine criminale spesso agiva su commissione di carrozzieri e collezionisti del settore: individuata l’auto richiesta, veniva approntato un piano per sottrarla, anche attraverso un periodo di monitoraggio delle abitudini di vita dei legittimi proprietari. I veicoli o parte di essi, rubati su commissione, venivano commercializzati anche all'estero.

LA CARNE DI CAVALLO CLANDESTINA

I carabinieri hanno rilevato anche che, nel corso delle indagini, hanno svolto una perquisizione nei confronti di uno dei perni dell’organizzazione criminale, ispezionando il maneggio attiguo alla sua abitazione nel bresciano, dove hanno trovato un importante allevamento di cavalli ed asini: “E’ stata rilevata una discordanza fra gli animali presenti e quelli censiti. E’ stato infatti appurato come gli arrestati siano da oltre 40 anni attivi nel settore della macellazione clandestina, per alimentare le richieste di ristoranti e trattorie del bresciano, piacentino e lodigiano, province famose per utilizzare le carni equine per la preparazione di piatti tradizionali”.

IL BILANCIO FINALE

Nel corso delle investigazioni, oltre alle misure cautelari eseguite sono stati:
– tratti in arresto in flagranza di reato 7 soggetti e deferiti in stato di libertà altri 27 per i reati di furto aggravato, ricettazione e riciclaggio, estorsione in concorso e violazioni alle leggi ambientali (tutti in concorso); falsa fatturazione per operazioni inesistenti;
– accertati il furto ed il riciclaggio di 131 autovetture;
– sequestrati 111 motori di autovetture e componentistica “automotive”, proventi di furti commessi tra il 2018 ed il 2020 per un valore complessivo di 4 milioni di euro circa.