«Gente che gira con i macchinoni, sbruffoni che però non hanno neanche i soldi per pagare le spese di gestione dei loro cavalli, che poi si portano via in maniera furtiva».
Diciamocelo, purtroppo succede nel mondo del cavallo. E' pieno di gente che porta i suoi cavalli da un maneggio all'altro, e ha problemi a pagare i conti. Ma i maneggi per tutelarsi dal rischio di insolvenza possono solo farlo a livello preliminare, chiedendo referenze prima di accettare nuovi clienti, e se un guaio è già successo, agendo per vie legali.
Cercare di risolvere i problemi su facebook può costare caro.
La frase citata, pubblicata sulla pagina Facebook del maneggio, è valsa a Nereo Parisotto, titolare del maneggio "Il Casale" di Musano, in provincia di Treviso, un processo per diffamazione.
A denunciarlo e trascinarlo in tribunale l'imprenditore padovano Giuseppe Luise, proprietario del vero protagonista della storia, uno splendido purosangue nero di sei anni di nome Issini, campione nel salto ostacoli e, nella riproduzione, un esemplare del valore di oltre 100mila euro.
Nell'agosto del 2014 Luise si è recato a riprendersi i quattro cavalli che teneva al maneggio di Musano dove però doveva saldare ancora 20mila euro di spese. Così Parisotto decise, sulla base del diritto di ritenzione, di trattenere Issini, che però qualche giorno dopo sarebbe stato "liberato", durante un blitz notturno di fuga tra campi e fossi.
Da lì la discordia è passata su Facebook e tra botte e risposte è scattata la denuncia, che si incrocia con una causa civile intentata da Luise che, non avendo recuperato dal maneggio il passaporto del cavallo, non ha potuto farlo gareggiare e riprodurre per mesi. Ma la sua richiesta di centinaia di migliaia di euro di risarcimento è stata respinta dal giudice di primo grado, così come è stata archiviata una denuncia presentata da Nereo Parisotto (difeso dall'avvocato Alberto Mascotto) che aveva accusato Luise del furto del cavallo.
Vedremo come andrà a finire.