In Italia ancora in molte regioni i cavalli vengono allenati per strada. Fintantoché non è corsa clandestina con scommesse, non è considerato un delitto e, purtroppo, neppure un maltrattamento.

Come associazione abbiamo più volte esposto a procure problemi di scuderie che allenano il cavallo da corsa per strada, e non abbiamo ottenuto il reinvio a giudizio per maltrattamento perché sempre la ASL locale ha espresso parere di "non maltrattamento" visionando i cavalli in stalla, senza alcuna perizia ippiatrica con strumenti diagnostici come ecografia per lesioni muscolo schelettriche e senza tenere conto dell'Ordinanza Martini, che vieta le manifestazioni con equidi su manto duro per motivi di tutela. Ciò in contrasto anche con quanto stabilito dalla Cassazione, la quale ha ribadito che per la sussistenza del reato, non è necessario che dai maltrattamenti sia derivata una vera e propria lesione all’integrità fisica dell’animale.

La Corte di Cassazione, infatti, ha più volte affermato che per la commissione del reato di maltrattamento “non è necessario che si cagioni una lesione all’integrità fisica, potendo la sofferenza consistere in soli patimenti” (Cass. Pen., sez. III, 21.12.1998, n. 3914). Pertanto il reato di maltrattamento può essere ravvisato anche nel caso in cui l’animale sia sottoposto a sofferenze di tipo ambientale, comportamentale, logistico ed operativo.

Gli allenamenti su manti stradali sono un maltrattamento in quanto l'asfalto non è idoneo per l'effettuazione di corse non potendo attutire l'impatto dello zoccolo sul terreno medesimo.

In caso di cavalli ferrati, anche in alluminio, l'asfalto si rivela pericoloso perché non impedirebbe gli scivolamenti. 

Non a caso, l'Ordinanza contingibile e urgente che disciplina le manifestazioni popolari che prevedono l’impiego di equidi, Ordinanza 21 luglio 2009 e s.m.i., e che si pone l’obiettivo di salvaguardare la salute e l’integrità fisica degli animali utilizzati nei palii, nelle giostre e nelle quintane, nonché tutelare l’incolumità dei fantini e degli spettatori, prescrive che tali corse, per essere autorizzate, debbano avere fondi idonei per consentire di ridurre in maniera sensibile il numero di incidenti che possono coinvolgere cavalli e cavalieri.

Non solo, lo stesso Ministero, attraverso il Codice per la Tutela e la Gestione degli Equidi, al paragrafo 2.2.3 Requisiti dei campi, delle piste e delle aree di gara, elenca le caratteristiche devono essere indicate nell’ambito dei regolamenti e normative degli enti tecnico-sportivi di riferimento, ossia il M.I.P.A.A.F. per le attività ippiche e la Federazione Italiana Sport Equestri (F.I.S.E.) per le attività equestri.

In particolare le aree di lavoro devono essere di dimensioni idonee all’attività e al numero degli equidi impegnati e delimitate con recinzioni idonee.

I fondi devono:

  • a. essere tali da assorbire le sollecitazioni indotte dall’equide e le possibili cadute del cavaliere o del fantino o del driver
  • b. essere privi di asperità che potrebbero provocare traumi
  • c. avere un drenaggio efficace
  • d. essere tali da evitare il sollevamento di eccessive polveri
  • e. essere regolari nella composizione e privi di materiali estranei o di inerti

A questi parametri si conformano i regolamenti per aprire centri qualificati e riconosciuti per l'allenamento o la competizione sia del cavallo sportivo che del cavallo ippico. 

Se ciò non bastasse, i ricercatori al giorno d'oggi possono misurare ogni angolo di ogni struttura all'interno della gamba e del piede del cavallo in qualsiasi istante preciso del suo allenamento. Citiamo in particolare lo studio seguente, pubblicato sul Journal of Veterinary Behaviour, la rivista più prestigiosa per gli studi internazionali scientifici di veterinaria.

Studio titolato: Biomechanical effects of training surfaces on the locomotor system - Effect on the horse's health di N. Crevier-Denoix, P. Pourcelot, F. Munoz, B. Ravary-Plumioen, J.-M. Denoix, H. Chateau - Unité 957, BPLC, INRA, Ecole Nationale Vétérinaire d'Alfort, Maisons-Alfort, France - PlumX Metrics DOI:https://doi.org/10.1016/j.jveb.2016.08.017

Di cosa si tratta? Alcuni anni fa, i ricercatori francesi del dipartimento di biomeccanica equina e patologia muscolo-scheletrica dell'Ecole Nationale Vétérinaire d'Alfort e dell'Istituto nazionale francese di ricerca agronomica hanno sviluppato una scarpa dinamometrica per cavalli, in sostanza, una scarpa sensibile alla pressione che speravano potesse fornire informazioni utili su come la superficie di allenamento influisca sulla salute delle articolazioni dei cavalli.

Hanno dimostrato che allenarsi su una pista dura aumenta il rischio di lesioni, come visto dalle correlazioni tra lesioni e le varie forze e angoli della gamba durante il movimento su superfici diverse adoperate per i vari test. Nessun team di ricerca era mai stato in grado di mostrare prima il "come" e il "perché" biomeccanico delle lesioni connesse al fondo di allenamento e gara.

Per raccogliere i loro dati, la squadra ha posizionato la scarpa dinamometrica sugli zoccoli anteriori o posteriori selezionati di un cavallo in allenamento. La scarpa ha fornito informazioni critiche sulle forze massime e sulle velocità di carico (in tutti e tre gli assi - longitudinale, trasversale e verticale) in ogni istante di "posizione" - il tempo in cui il piede toccava effettivamente il suolo.

Nel frattempo, le telecamere sincronizzate hanno ripreso il video ad alta velocità (1.000 fotogrammi al secondo) per consentire agli scienziati di vedere esattamente cosa stava succedendo, fotogramma per fotogramma, in 2-D o 3-D, in combinazione con le forze registrate dalla scarpa. Potendo in questo modo misurare ogni angolo di ogni struttura all'interno della gamba e articolazioni del piede, tendini, legamenti, ecc. - in qualsiasi preciso istante della posizione, durante tutte le andature, in linea retta o mentre si girava, e anche saltando, su tutti i tipi di superfici.

Il risultato della ricerca era prevedibile. Il fondo su cui i cavalli si allenano è determinante per la tutela degli arti dei cavalli. 

I fondi duri sono associati a un tasso di lesioni molto più alto rispetto ai fondi morbidi. Nel loro studio più recente, hanno seguito 12 giovani cavalli da trotto nell'arco di quattro mesi durante l'allenamento. Metà dei cavalli si allenavano su una pista di sabbia dura, mentre l'altra metà si allenava su una pista di sabbia. Nel gruppo su fondo duro il 50% dei cavalli ha sviluppato tendinopatie del tendine del flessore digitale superficiale da moderato a severo (SDFT) in entrambe le zampe anteriori entro la fine del periodo di studio. I tendini posteriori sono stati anche più frequentemente e più gravemente colpiti in questo gruppo rispetto ai cavalli esercitati su fondi morbidi.

Il team ha fatto ricerche anche con cavalli da salto ostacoli giungendo alle medesime conclusioni. Tra i 13 e 20 centimetri di spessore morbido del fondo, il tasso di carico diminuisce (e, quindi, il comfort migliora) ma le differenze di impatto e le forze verticali massime non sono significative.

La conclusione è che non è una buona idea, per la tutela del cavallo, risparmiare sui fondi e che i 7 cm di fondo a basso impatto sono il minimo da richiedere per la tutela degli arti dell'animale allenato o portato in gara.

A nostro avviso urgerebbe una riforma del regolamento ippico, a cui aggiungere che chiunque allena i cavalli da corsa per strada è sottoposto a disciplina di giustizia sportiva, con ammenda e sospensione, per scoraggiare gli allenamenti per strada, che sono l'anticamera alle corse clandestine e al possesso irresponsabile, che è quello dei piccoli proprietari ippici che non si possono neppure permettere l'allenamento del cavallo su suolo idoneo alla sua tutela, e tanto meno si possono permettere di tenere o ricollocare decentemente il cavallo a fine carriera, determinandone un triste destino in corse su strada e macello.