Il giornalista Marco Trentini di Trotto & Turf si è avventurato casualmente in quella che chiama l'ecatombe dei doping in Commissione di Appello al Masaf in un suo articolo neopubblicato.

Lo ringraziamo per aver messo il dito nella piaga e aggiungiamo queste osservazioni.

Se c'è la volontà di perseguire il doping, il fatto che la seconda analisi non sarebbe legittima perché non è stata comunicata a tempo debito la data di analisi al testimone indicato dagli incolpati, non dovrebbe essere motivo tecnico ostativo a che si rifacciano le analisi. Se chi gestisce il doping in Italia ha un pò di sinossi e buon senso, anziché utilizzare tutto il liquido del primo o secondo flacone di analisi, ne utilizza un pò di meno e preserva una terza aliquota mettendola da parte refrigerata. Così, quando arrivano queste sentenze stupide, la pubblica amministrazione, in base a sentenze del TAR disponibili, ha il potere e l'opportunità di ripetere il procedimento e rifà le analisi, chiamando a tempo debito il testimone indicato e a quel punto si va al dunque con la positività.

E, in ogni caso, se c'è l'annullamento in giustizia sportiva, l'ufficio di benessere e tutela del cavallo del Masaf ha comunque il dovere di inviare il fascicolo alla procura penale per doping. Quest'ultima deve fare comunque gli accertamenti perché il reato non è che esiste solo se la giustizia amministrativa funziona, ma va accertato se il fatto è stato commesso per incauta somministrazione non rispettando i tempi di sospensione, se è una contaminazione ambientale, o se è frode in competizione sportiva e maltrattamento. Questo è l'abc del buon senso della gestione dell'ippica afffinché sia credibile in Italia.

Oltre ai casi rilevati di mancata comunicazione per tempo al testimone indicato dall'incolpato perché sia presente in laboratorio in corso di analisi, ci sono stati negli ultimi due anni vari casi di procedimenti annullati per invio alla pec sbagliata dell'avvio del procedimento. E altri casi invalidati per diverso vizio di forma.

C'è quindi un vulnus che Horse Angels ha denunciato più volte, che speriamo sia stato corretto con il nuovo regolamento antidoping in vigore da settembre 2023. Se così non fosse, va segnalato come il tutto non solo sia un danno per l'immagine dell'ippica, ma anche per l'erario, giacché per le analisi antidoping si spendono 4 milioni di euro l'anno, più quello che si spende per tenere in piedi una giustizia sportiva inefficace e inefficiente.

La giustizia è ingiusta per norme confuse che avvantaggiano avvocati furbi a danno degli ippici onesti, del pubblico e delle casse dello stato. Speriamo che il fatto che Horse Angels non sia più l'unica voce che rileva queste anomalie, porti alla loro correzione.

L'articolo uscito su Trotto & Turf:

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