Nel mondo delle corse dei cavalli, come peraltro in tutti gli sport dove vengono investiti così tanto tempo e denaro, una percentuale di allenatori, atleti ecc é disposta a ricorrere al doping pur di trovare il vantaggio in più per essere ancora maggiormente competitivo.

Integratori, mangimi, additivi per mangimi vengono immessi sul mercato e pubblicizzati per costruire forza muscolare, potenza e resistenza. Molti di questi nutraceutici non sono considerati farmaci e, pertanto, non sono richiesti dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti per essere testati clinicamente.

La mancanza di test crea spesso dubbi sulla validità, credibilità e utilità di questi tipi di integratori e, sebbene non siano classificati come farmaci, molti potrebbero essere contrari alle regole delle corse.

Una delle sostanze più diffuse e maggiormente utilizzate ai cavalli da corsa dalla fine degli anni 80 nel tentativo di migliorare le prestazioni è il BICARBONATO DI SODIO, comunemente noto come milishake.

Un "milkshake" è un termine colloquiale usato per descrivere la combinazione di circa 500 grammi di bicarbonato di sodio, glucosio/destrosio e sovente alcuni altri additivi come elettroliti, vitamine, aminoacidi ecc.

Recentemente, altre molecole come citrati, acido citrico, lattato, succinato e sale acetato sono stati aggiunti all'elenco degli agenti alcalinizzanti non bicarbonati.

Tutte queste sostanze sono utilizzate nei milkshake come tamponi perché riducono l’ambiente acido che si forma all'interno delle cellule muscolari che si contraggono attivamente: l’utilità di un milkshake è più applicabile alle gare di medie o lunghe distanze ed è senza dubbio più efficace nelle corse al trotto, dove le distanze (1600-2000-2400-2700 mt e più) provocano un maggiore accumulo di acido lattico nel tempo.

La neutralizzazione dell'acido lattico nel cavallo è la stessa di tutti i mammiferi ed è chiamata regolazione acido-base. Il pH del sangue è normalmente alcalino o basico a 7,4. Un aumento del pH superiore a 7,4 è definito alcalosi. Al contrario, una diminuzione del pH è chiamata acidosi.

Quando il muscolo si contrae per lunghi periodi di tempo a una velocità piuttosto elevata, all'interno della cellula muscolare si crea un ambiente altamente acido con produzione di eccessivo acido lattico, con conseguente minor produzione di energia ed aumento dell’ affaticamento.

Tradizionalmente somministrati tramite sonda naso gastrica prima di una gara (1-4 ore prima), i “frullati” di bicarbonato di sodio non modificano il PH della cellula muscolare ma solo quella del sangue. Quando il bicarbonato di sodio è presente in quantità eccessiva nel circolo capillare sanguigno, durante i periodi di esercizio intenso, l'acido lattico nel muscolo viene estratto dalla cellula ed immesso nel flusso sanguigno. Lì reagisce con il bicarbonato di sodio per formare un composto chiamato acido carbonico, che è un acido debole e non ha effetti negativi, al contrario di un acido forte come l'acido lattico, sul metabolismo delle cellule muscolari.

Quando il pH nella cellula muscolare e nel sangue ritorna alla normalità durante la fase di recupero dell'esercizio, la reazione si inverte e l'acido carbonico si dissocia dall'acido forte. Questo processo metabolico è chiamato sistema tampone bicarbonato, ed ha il fine unico di ritardare nel tempo la sensazione della fatica, consentendo al cavallo di resistere più a lungo (oltre i limiti fisiologici) al massimo tasso di resistenza o velocità.

Gli effetti collaterali delle sonde con bicarbonato includono disturbi digestivi e lacerazioni alle strutture provocate dallo scorrimento del tubo, oltre a conseguenze molto più gravi come la morte quando il tubo entra erroneamente nella trachea piuttosto che nell'esofago, inondando i polmoni con una soluzione concentrata.

I livelli di bicarbonato vengono misurati nel sangue insieme all'anidride carbonica come anidride carbonica totale (TCO2) nel plasma. L'analisi viene eseguita in laboratorio su un autoanalizzatore dei gas ematici utilizzando un campione di sangue prelevato dal cavallo dopo la corsa e le unità di misura sono millimoli per litro (mmol / l).

In Australia, la concentrazione più alta consentita per le gare Standardbred e Thoroughbred per il TCO2 è fissata a 35 mmol / l, mentre negli Stati Uniti è generalmente accettata a meno di 37 mmol / l. Per i cavalli a cui sono stati somministrati farmaci per l'emorragia, è accettabile una quantità inferiore a 39 mmol / l.  La concentrazione più alta è consentita per gli antiemorragici perché il loro sangue è più concentrato a causa degli effetti diuretici della furosemide.

Esistono anche diverse scuole di pensiero sull'uso del milkshake per nascondere o mascherare l'uso di altre droghe. Si ipotizza che la somministrazione di sostanze alcaline come il bicarbonato di sodio possa influenzare l'escrezione di alcuni farmaci come lidocaina, procaina, cocaina, etorfina, DMSO ecc.

Uno studio ha mostrato infatti un aumento significativo del consumo di acqua due ore dopo la somministrazione e un aumento di tre volte della produzione di urina per 18 ore dopo la somministrazione di 250 grammi di bicarbonato di sodio.

L’abuso di bicarbonato di sodio è una pratica ancora largamente diffusa purtroppo anche in Italia perché costa poco, rende tanto e i controlli antidoping non sono sufficienti per creare un deterrente.

Le sonde vengono effettuate nei box (chiusi) una o due corse prima della propria, cioè dai 20 ai 40 minuti prima. Il tempo che intercorre e la conseguente sgambatura sono sufficienti per innescare il meccanismo tampone nel sangue.

I prelievi infatti vengono effettuati a campione (una manciata rispetto alle decine e decine di cavalli che partecipano in quella giornata di corse) ed in tempi troppo lontani dalla gara in questione e questo rende ancora più facile l’abuso della pratica.

Per combattere questa piaga occorrerebbero box “aperti” (mura e soffitto trasparenti) e visibili a chiunque, telecamere dall’alto a circuito chiuso e prelievi che devono essere effettuati non 2-3 ore prima, bensì al momento della entrata in pista della propria corsa. Utopia ovviamente, ma non per la fattibilità della cosa, semplicemente per la non volontà e immobilismo del Sistema.

Oltretutto nell’ambiente ippico c’è una consapevolezza che in qualche laboratorio dell ‘antidoping, PRESUMIBILMENTE, diverse molecole non vengano cercate sempre e costantemente durante tutto l’anno sportivo (che ci sia una, più o meno, limitata lista di sostanze che mensilmente vari è ormai di opinione pubblica e largamente verificata da tanti allenatori, artieri, proprietari, addetti ai lavori ecc che ne hanno beneficiato consapevolmente o inconsapevolmente sulla “pelle” dei loro cavalli) oppure, ancora peggio e di una gravità disarmante se fosse vero, una volta trovate queste sostanze, vengono “cestinate”, ”cancellate”, ed omesse ufficialmente le positività creando vantaggi illeciti per qualcuno oltre a sconfinare nella frode e truffa sportiva.

Dr Ettore Ballardini DVM (responsabile veterinario nonché consulente per l’antidoping del comitato Emergenza Ippica).