Sono stati 56 i cavalli (trotto, galoppo e sella) trovati positivi al doping nel corso del 2021.

  • 69 nel 2020
  • 50 nel 2019
  • 53 nel 2018
  • 66 nel 2017
  • 61 nel 2015

Una annata, si potrebbe dire, nella media. Fatto salvo che negli ultimi anni, e probabilmente con la consapevolezza dello Stato, ministri, burocrati, funzionari e veterinari, le inchieste giudiziarie hanno rivelato la compresenza in alcune strutture del trotto di gare truccate, con tecniche per ingannare i controlli e altre scorrettezze che è tanto più probabile ci siano, quanto più il settore vive nella incertezza e nel precariato a causa di cattiva gestione, anche amministrativa e politica, della filiera.

Il punto è, perché questi problemi sono così estesi nell'ippica, un settore governato direttamente dallo stato italiano, attraverso il Mipaaf?

L’atleta che bara ha sicuramente la coscienza sporca e c'è da chiedersi cosa lo spinga, se possa essere un sistema di sopravvivenza in un regime di risorse scarse, quali sono quelle di un sistema ippico in crisi da almeno un decennio. 

Per un atleta che vince barando, cui viene tolto il premio, c'è però dietro un atleta pulito che perde. E avrebbe diritto ad essere risarcito. E invece non è così. I premi ritirati per doping non vengono riassegnati. Sono risorse perse in un sistema già asfittico e prossimo al baratro.

E allora perché non riassegnare i premi, secondo giustizia, a chi li merita? Se lo sport ha una funzione educativa, la riassegnazione ne sarebbe lo strumento principe.

Ladro il Mipaaf che non sa educare e condanna l'ippica al ghetto.

Roberta Ravello, aderente al Comitato Emergenza Ippica per la riforma del settore e lrpt Horse Angels.

https://www.facebook.com/comitato.emergenza.ippica