In risposta alla polemica su ammodernamento, con temporaneo sfratto, relativa al San Paolo, e a quella di nuovo contratto di locazione relativa alla Ghirlandina, interviene con una sua lettera l'Avv. Stefano Mattii del Foro di Fermo, storica figura nell'ambito dell'ippica.
Il Regolamento corse al trotto prevede l’inserimento in lista pagamenti insoddisfatti per chi non paga i “CANONI” per uso box e impianti. All’utilizzo BOX e USO IMPIANTI accede un interesse pubblico curato dal MASAF. Ex lege infatti dà la SOVVENZIONE per la gestione impianti alle Società di Corse, che per GHIRLANDINA e SAN PAOLO è circa il 75% dell’intera sovvenzione annuale, come da prospetto erogazioni 2022 (l'immagine di questo articolo).
Da tali considerazioni basate su Regolamento ministeriale e DECRETO MASAF di concessione sovvenzioni pubbliche, deduco che oggi sono certamente in essere rapporti a tempo indeterminato (sino a quando la Società di Corse è sovvenzionata) di locazione box e concessione impianti di allenamento. Il relativo canone è quello che stava nelle fatture dell’Ippodromo. Gli obblighi della Società di mettere a disposizione i beni locati sono nella misura in cui è sempre stata, misura che può essere dimostrata con foto e testimoni.
Se la SOCIETA’ di CORSE non eroga più gli IMPIANTI perde la SOVVENZIONE. E se, per assurda ipotesi, il MASAF continua a dargliela, si prospetterebbe tutto ciò che chiunque sa immaginare, a partire dalla Corte dei Conti.
Quindi, gli stanziali potrebbero mantenere le loro posizioni, in virtù di questi diritti, che possono essere rappresentati presso il MASAF affinché questi apra un tavolo di trattativa e, se non si risolve la questione, questi diritti possono essere rappresentati in giustizia sportiva, dove andranno deferite le Società di Corse violanti il D. Lgs. 449 /1999.
Per adesso l’importante è mantenere la detenzione di box e piste.
Se queste vengono chiuse, le Società di corse, oltre a fare a mio avviso violenza privata e/o esercizio arbitrario delle proprie ragioni, con spoglio violento e clandestino degli impianti in danno di chi li ha sempre pacificamente utilizzati, creano le premesse per perdere la SOVVENZIONE. Ciò chiederanno gli operatori ippici inibiti dall’uso degli impianti. Chiederanno contestualmente che quelle somme vengano loro devolute, perché costretti a trovarsi altre strutture per i loro cavalli da corsa, più costose di quelle degli ippodromi, perché queste sovvenzionate dallo Stato.