Era del 13 luglio scorso la notizia che, a causa delle brutte condizioni della pista, era stato posticipato il Gran Premio all'ippodromo Sesana. Ebbene, una settimana forse non è stata sufficiente a rimediare il fondo.
 
E un povero cavallo si è infortunato. Che ne sarà ora di lui se non sarà in grado di rimettersi al meglio? Paga sempre il cavallo della mala gestione degli organizzatori di eventi agonistici con i cavalli.
 
Urge una legge nazionale a tutela degli equini che responsabilizzi ippodromi e arene di gara degli sport equestri, perché non sia sempre data la colpa al fato degli infortuni e dei decessi.
 
Il fato qua c'entra poco, c'è troppa autoreferenzialità e pochi controlli fatti con diligenza. Il risparmio viene fatto valere più della salute e del benessere dei cavalli e oramai tutta la filiera del cavallo è allo sbando.

reliminari accertamenti clinici del cavallo, un'accurata valutazione meteorologica, il rispetto della normativa e delle raccomandazioni sui presidi rappresentano i requisiti minimi per garantire il benessere degli animali ai fini di una giusta autorizzazione delle manifestazioni che vedono impegnati gli equidi atleti in ogni genere di gara, dal trotto, al galoppo, al salto ostacoli, al reining o altro. Dove stiamo andando a finire? Quante vittime ancora ci devono essere prima che lo stato intervenga con i doveri degli organizzatori di garantire il minimo essenziale per la sicurezza e incolumità degli atleti? Umani e non?

I diritti degli animali sono stati messi in costituzione. Serve ora una legge a tutela dei cavalli dalle persone poche serie che vogliono campare o farsi belle alle spese di vita e salute dei cavalli.

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