Non bastavano le morti drammatiche di Carabela (29 giugno) e Dream Stecca (15 luglio) all'Ippodromo di Cesena in corsa.

Emerge ora la morta anche Dalia Di No, una delle migliori femmine della generazione 2019, allenata da Alessandrini.

Nella giornata del 5 di luglio è deceduta in circostanze che non sono state comunicate nel suo centro di allenamento.

Dalia di No era figlia di Nad Al Sheba e One Way (Pine Chip) e venne cosi chiamata in onore di Dalia, cavalla importante nei gloriosi anni in cui Giancarlo Baldi vestiva i colori rosso verdi della famiglia Biasuzzi.

L'ultima gara ufficiale alla quale era iscritta era a Napoli il 3 di luglio, per il GP Città di Napoli, dove non ha corso perché è stata ritirata. Pochi giorni dopo si trovava ad Altedo, in Emilia Romagna, ad allenarsi per le corse e lì è morta.

Possibile che questi cavalli con 30 gradi all'ombra debbano fare il giro d'Italia per correre? Il 3 di luglio a Napoli ritirata, perché due giorni dopo ad Altedo (BO)? In che orari vengono spostati i cavalli da corsa? Con quali mezzi, ventilati o di fortuna? E perché non viene loro concesso il tempo di ambientarsi e riprendersi tra una gara e l'altra?

Tutte domande senza un perché, come le tragiche morti delle giovani cavalle.

Così non va, serve tavolo di tutela ministeriale per stabilire nuove regole tassative per una migliore tutela dei cavalli da corsa.