Gentilissima SIVE, Società Italiana Veterinari Equini

Leggiamo con piacere nel vostro manuale dedicato all'ultimo atto medico quanto segue.

L'uccisione deva avvenire “esclusivamente” quando motivata dalla sola ragione di considerare gli interessi degli animali, ovvero di alleviarne il dolore e/o l’inutile sofferenza. L’attenzione va riposta sui diritti degli animali alla vita e alla non sofferenza e non sulle esigenze o gli interessi dell’uomo.

Nel praticare l’eutanasia nel cavallo, considerato erroneamente ancora oggi un animale da reddito, bisogna prevedere una valutazione meticolosa e scrupolosa, tenendo in giusta considerazione il miglior interesse del cavallo e il suo benessere. Complessivamente tre sono le circostanze in cui è lecito attuare l’eutanasia nell’equino:- Durante ogni attività sportiva, per gravi lesioni, come fratture di ossalunghe difficilmente riducibili.- Quando il cavallo, in età avanzata e quindi al termine della sua vita effettiva, è affetto da zoppia cronica aggravabile (laminite), da condizioni patologiche intrattabili o debilitanti che compromettono il normale svolgersi delle funzioni fisiologiche, oppure di fronte a puledri con gravi malformazioni o difetti genetici che comporterebbero inutili sofferenze per il resto della loro vita. -In presenza di una patologia incurabile e progressiva, o coliche gravi oritenute irrisolvibili in corso di chirurgia, per le quali, generalmente, il cavallo non viene nemmeno risvegliato dall’anestesia generale.

E ancora,  sempre dal vostro manuale, dovremmo porci le seguenti domande:- Quali sono le reali possibilità di ripresa del cavallo per il recupero di una vita normale?- La condizione in cui si trova il cavallo è curabile? ll cavallo, nella sua condizione, può costituire un pericolo per se stesso, per altri cavalli o per l’uomo?

Ebbene, siamo qui a "denunciarvi" il rifiuto da parte di veterinari equini di considerare l'eutanasia come fine vita del cavallo NON DPA migliore, più nel suo interesse, e più legale, rispetto alla macellazione.

Siamo qui a raccontarvi che troppo spesso gli ippiatri suggeriscono - di fronte a disabilità equine non curabili e al rifiuto del proprietario di continuare a mantenere l'equide privato della sua funzione ludico sportiva, o sportiva agonistica, la macellazione (per animali come da voi scritto erroneamente considerati da reddito), nonostante questi cavalli siano registrati come NON DPA, dunque non macellabili almeno per il circuito umano (ma non esiste un circuito esclusivo di macellazione per animali in Italia). Ovvero che tali veterinari non si curano, prima di dare il suggerimento, di verificare le condizioni anagrafiche dell'animale. Il loro suggerimento dunque, non è nel migliore interesse del cavallo, non è nel migliore interesse della sanità pubblica, ma soddisfa esclusivamente le esigenze dei clienti di liberarsi nel modo più economico possibile, addirittura guadagnandoci, di un essere senziente che non sono più disposti a mantenere perché non più sfruttabile ai loro fini.

Un cavallo NON DPA non è macellabile e l'ignoranza (rispetto alla registrazione anagrafica dello stesso), non è eticamente sostenibile quando a praticarla è un ippiatra che non vuole approfondire la questione, al fine di evitarsi la responsabilità dell'atto medico finale.

Sempre ricordando che, come voi stessi avete scritto, l'eutanasia si giustifica quando nella sua condizione il cavallo può costituire un pericolo per l'uomo. Ebbene, la macellazione di un cavallo NON DPA è un pericolo di incolumità pubblica, per questo - stante le leggi europee - la condizione di NON DPA è irreversibile.

Siamo qui a chiedervi per l'anno venturo l'impegno di sensibilizzazione nei confronti dell'ippiatria rispetto alla fine lecita, legale e dignitosa di un animale erroneamente considerato da reddito.

Siamo qui a chiedervi di aprire uno sportello reclami, dove i proprietari di cavalli possano deferire quei veterinari ippiatri che suggeriscono come atto finale la macellazione per cavalli iscritti all'anagrafe italiana come non macellabili, affinché valutiate voi se ci siano gli estremi per deferire gli stessi all'ordine dei medici veterinari (FNOVI).

Grazie se ascolterete questa nostra supplica, considerato che, per animali erroneamente considerati da reddito, il risparmio di sofferenza inutile rende obbligatorio, come in tutti i paesi civili, elevare l'eutanasia come pratica che è nel migliore interesse del cavallo e del suo benessere rispetto alla macellazione.

Manuale SIVE sull'atto medico finale