L'import ed export di animali vivi per la macellazione causa negli stessi seri problemi di benessere: alcuni riguardano condizioni di trasporto foriere di stress, malattie, lesioni e morte e altri riguardano una mancanza di controllo su ciò che accade agli animali durante e dopo. Questi rischi di stress e sofferenza sono particolarmente elevati per gli equini, animali forti e sensibili, reattivi e potenzialmente pericolosi, che tentano di difendersi e per i quali poi gli strumenti di coercizione sono proporzionalmente elevati e di certo non gentili.

Gli animali esportati passano attraverso molte fasi prima di lasciare i paesi di origine. Quando si tratta di cavalli e asini che vivono allo stato brado, si parte da operazioni di raduno in recinti, al carico, autotrasporto, scarico, trattenimento in aree di sosta e quindi autotrasporto e carico finale per la macellazione, in alcuni casi a lunga distanza (si pensi ai cavalli che vivono liberi in Polonia e regolarmente importati vivi per la macellazione in Italia, o ai mustang americani esportati per la macellazione in Messico o Canada, qui macellati e le loro carni esportate altrove, tra cui l'Europa).

I fattori di stress generali associati al trasporto includono:

  • convivneza forzata in spazi ristretti con animali sconosciuti
  • gestione da parte di persone diverse con varie abilità e competenze
  • confinamento con spazio limitato per muoversi liberamente
  • interruzione dei gruppi sociali
  • accesso limitato a cibo e acqua e passaggio a un diverso tipo di alimentazione
  • esposizione a rumore, inquinamento, vibrazioni, movimento e diverse intensità luminose

Gli equini sono animali molto sensibili e reattivi, sia quelli domestici, sia quelli selvatici, e soffrono terribilmente il traffico per il macello. 

Studi sul livello di stress (cortisolo fecale, frequenza cardiaca e respiratoria) nei cavalli trasportati su camion a lunga distanza per la macellazione hanno rilevato livelli molti alti dello stesso, ponendo gli animali a rischio di perdere la salute e la vita.

Diversi ricercatori e reporter hanno documentato che gli equidi selvatici sono molto difficili da caricare ed è essenziale che siano maneggiati con grande cura e pazienza da persone competenti per limitare la sofferenza e gli incidenti. Allo stesso modo, anche i cavalli ben addestrati possono sviluppare un'avversione per il trasporto e mettere in pericolo se stessi e il conduttore del veicolo nell'opporsi a tutte le operazioni implicate nel carico e avvio alla macellazione.

Oltre alla risposta allo stress e alla disidratazione, altri impatti negativi associati al trasporto di equini includono:

  • lesioni fisiche - arti rotti, zoccoli danneggiati, lacerazioni, lividi, lesioni agli occhi e alla testa,
  • trauma psicologico - paura, ansia, affaticamento, sete e stress da calore.

Laddove si tratta di animali abituati a vivere bradi, questi rischi per il benessere sono aggravati dalla mancanza di socializzazione precedente per la domesticazione e per le operazioni di carico e scarico dai camion di trasporto animale. I cavalli domestici forse soffrono meno le operazioni di carico, non comprendendo la loro finalità, ma è assai probabile che arrivati a destino, solo l'odore del sangue dei macelli, impatti significativamente il loro stress.

Non si può minimamente pensare che prestino "consenso informato" alla macellazione, e questo vale anche per le altre specie in ogni caso, da cui sarebbe auspicabile che aumentassero le tutele e le protezioni dalle sofferenze gratuite e non necessarie per tutti gli animali destinati alla macellazione.

Le condizioni di trasporto, movimentazione e macellazione non in tutti i paesi che esportano sono controllate in modo efficace dalle autorità locali. Se si tratta di carichi per l'Italia di animali vivi, non sono molte le stalle di sosta nel nostro paese, e impongono la convivenza ristretta con altre specie e la detenzione alla posta.

Per tutte queste ragioni, l'importazione da lunga distanza di equini vivi per la macellazione dovrebbe essere del tutto vietata in Italia. Sarebbe già un miglioramento, rispetto alla situazione attuale, che fosse sostituita con l'obbligo di macellazione in loco e trasporto delle mezzane refrigerate.

In alternativa, in Europa erano state raccolte milioni di firme per il massimo di 8 ore dal trasporto alla macellazione. Quello che si è ottenuto invece, del tutto insufficiente, è l'imposizione delle soste obbligatorie ogni 8 ore di viaggio per abbeverare gli animali, che non è la stessa cosa. Oltretutto, non sono state normate maggiori condizioni di benessere per le stalle di sosta e smistamento, come le stalle divise per specie specifica, o i divisori per gli animali come i cavalli che possono ferirsi messi insieme a soggetti sconosciuti.

Insomma, siamo ancora lontani dal preteso benessere animale nel trasporto e macellazione del cavallo (e altri animali). L'Italia è tra i paesi in cui il consumo alimentare di equini è tradizionale ancora in molte regioni e che è dunque tra i paesi importatori, e non esportatori di equini per il macello. Quindi da noi si tratterebbe di vietare l'importazione da lunga distanza di equini vivi per il macello.

In generale, il benessere degli animali che vanno al macello è un argomento per lo più trascurato anche dalle associazioni animaliste, e che dovrebbe invece essere trattato come massima attualità, per la tutela degli animali e delle persone.

Se amate gli animali, non esistono solo il cane e il gatto, e a latere il cavallo nel suo limbo tra sportivo e alimento. Esiste un universo di animali che soffrono per speculazione alimentare e che meriterebbero norme più protezionistiche di cui si avvantaggerebbe anche la salute umana.