Condannati per violenze e molestie finalmente fuori dallo sport.
Tutti i soggetti tesserati che vengono sanzionati con sentenza passata in giudicato per violenza su persone e animali sono fuori non dalla singola federazione ma da tutto lo sport italiano.
La delibera prevede di abrogare la norma di cui al punto 7.4.8. dei Principi Fondamentali, che citava: “il soggetto radiato può praticare attività sportive, e quindi essere tesserato, presso Enti diversi da quello nel quale gli è stata comminata la radiazione, ferma la sua ineleggibilità a qualsiasi carica ed il divieto di rivestire qualsiasi incarico all’interno dell’ordinamento sportivo. Il provvedimento di radiazione, così come il successivo, eventuale provvedimento di riabilitazione, nonché tutte le sanzioni iscrivibili nel registro delle Sanzioni Disciplinari dell’ordinamento Sportivo devono essere comunicati al CONI che lo rende noto, nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di privacy, a tutte le Federazioni, le Discipline Associate, gli Enti di promozione sportiva e alle Associazioni Benemerite, al fine di rendere effettiva l’ineleggibilità in altri Enti sportivi”.
In data odierna è stato invece approvato il testo di seguito indicato nell’ambito del Punto 12 dei Principi Fondamentali, denominato “Principio di libera prestazione delle attività sportive”: “È sancito il divieto di tesseramento anche presso Enti diversi da quello nel quale gli è stata comminata la radiazione per i soggetti nei cui confronti sia stato irrogato il provvedimento di radiazione da parte dei competenti Organi di giustizia delle Federazioni e delle Discipline Associate riconosciute dal CONI. Al fine di rendere effettivo tale divieto, il provvedimento di radiazione, così come l’eventuale provvedimento di riabilitazione, devono essere definitivi e comunicati, da parte dell’organismo sportivo che ha emesso la radiazione, al Coni che li rende noti, nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di tutela dei dati personali, a tutte le Federazioni, le Discipline Associate, gli Enti di promozione sportiva e le Associazioni Benemerite. In caso di trasgressione del divieto, la Procura generale dello Sport segnala alla Procura dell’Ente interessato l’illecito ai fini dell’avvio dell’azione disciplinare nei confronti degli organi amministrativi responsabili della violazione e trasmette gli atti alla Giunta Nazionale del Coni per la dichiarazione di nullità a ogni effetto del tesseramento vietato”.
In pratica si prevede una stretta nei confronti di violazioni che vanno dalle molestie sessuali alla violenza nei confronti degli animali. Una presa d’atto dovuta e anche tardiva, rispetto al cambio di mentalità della base.