Di vittime di malapratica veterinaria probabilmente ce ne sono poche. Ma non è facile, quando succede, citare a giudizio l'ippiatra ed avere ragione.
Non esiste una normativa che garantisca una tracciabilità dell'operato dei veterinari in modo analogo a quanto già previsto per i medici umani. I veterinari sono medici, ma i pazienti animali hanno meno protezioni rispetto ai pazienti umani. Sarebbe auspicabile che i veterinari avessero le stesse responsabiltà dei medici in umana, nell'interesse dei proprietari di animali.
Invece, i veterinari sono stati esonerati dagli adempimenti previsti dalla nuova riforma della responsabilità medica (Legge 24 2017).
Questo rende difficile per i proprietari di animali in genere dimostrare in giudizio eventuali colpe, la negligenza o dolo, dato che la normativa non sanziona la mancata documentazione dell'operato del veterinario. A questo si deve aggiungere la scarsa sensibilità dei magistrati nel valutare il danno non patrimoniale che viene provocato dalla cattiva cura ad un animale, specialmente se il valore economico dello stesso è basso, rispetto al valore affettivo.
Ad oggi, la responsabilità esiste solo quando il proprietario del paziente animale può dimostrare che il veterinario è stato gravemente negligente.
Un caso di negligenza veterinaria richiede che il querelante dimostri:
- che il veterinario doveva adempiere un dovere legale per l'animale in questione;
- la violazione da parte del veterinario di tale obbligo;
- la causalità - che la violazione ha causato la lesione o la morte dell'animale;
- i danni subiti a seguito della violazione del veterinario.
Il denunciante ha l'onere della prova su ciascuno di questi elementi. E' molto difficile arrivare ad un giudizio di colpevolezza.
Come ovviare alle lacune normative che rendono la responsabilità difficile da dimostrare:
Chiedere al governo che gli stessi obblighi di responsabilità professionale previsti per i medici delle persone (legge 24/2017), siano estesi anche ai medici veterinari a tutela del paziente animale.
La giustizia medica
I veterinari, per poter esercitare, devono essere iscritti alla FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani), alla quale è possibile inviare un esposto per negligenza di un veterinario e chiedere alla stessa di emanare un provvedimento disciplinare se riescono a riscontrare l'effettiva colpa. Sul sito della FNOVI c'è il motore di ricerca dei veterinari iscritti all'ordine, che riporta le violazioni del codice negli ultimi 5 anni. Purtroppo, è difficile ottenere un giudizio "medico" indipendente dal giudizio in un processo ordinario, quale invece potrebbe e dovrebbe essere. E quindi si potrebbe chiedere alla FNOVI di rafforzare i propri Codici di giustizia medica per garantire più i clienti dei veterinari, e dunque i pazienti animali, e meno i propri affiliati.