Il trifoglio è un'erbacea che appartiene alle leguminose e contiene 250 specie.
La pianta è per lo più annuale o biennale e in qualche caso perenne; la sua altezza è normalmente attorno ai 30 cm.
Come molte altre leguminose, il trifoglio ospita fra le sue radici dei batteri simbionti capaci di fissare l'azoto atmosferico; viene utilizzato di conseguenza nel sistema di rotazione delle colture per migliorare la fertilità del suolo. Molte specie di trifoglio sono notevolmente ricche di proteine e vengono coltivate come foraggio per il bestiame.
Proprietà
Dal trifoglio si estraggono ormoni vegetali (fitormoni), in particolare estrogeni, validi per rallentare l'invecchiamento di cute e mucose e per problemi legati alla menopausa nelle donne. Data la sua proprietà di antagonista dell'Ambrosia, pianta infestante in rapida diffusione in molte zone del nord Italia, la semenza di trifoglio viene usata in aggiunta alle granaglie per il controllo della diffusione dell'Ambrosia nelle zone agricole.
Tipologie di trifoglio che si trovano nel foraggio polifita
TRIFOGLIO ALESSANDRINO
Leguminosa annuale, poco resistente al freddo, abbastanza alla siccità, preferisce climi temperato-caldi con inverno assai mite, terreni ricchi, sciolti e umidi.
Si adatta bene anche ai terreni argillosi, di medio impasto e leggeri purché non acidi (pH fra 6 e 8). Viene utilizzata generalmente in purezza, ma può essere consociata in erbai.
Adatta al pascolamento, foraggio verde e fieno.
TRIFOGLIO BIANCO REPENS
Pianta perenne, anche spontanea, a steli striscianti sul terreno e radicanti ai nodi. Nelle sue forme nane, a foglie piccole o medie è un’eccellente pianta da pascolo nei climi temperati e umidi.
Sopporta bene il freddo invernale, entra in sofferenza con temperature elevata e scarsità idrica.
Predilige i terreni freschi con buona disponibilità idrica (a causa di un apparato radicale poco profondo). Si adatta bene a suoli sia acidi che alcalini.
Ottima resistenza al calpestio che si traduce in una buona resistenza al pascolo.
Il portamento strisciante limita lo sviluppo delle infestanti garantendo un foraggio di ottima qualità.
TRIFOGLIO IBRIDO
Leguminosa perenne con radice fittonante la sua coltivazione dura 2-3 anni, preferisce climi freddi, nei quali sostituisce il trifoglio pratense e si adatta a molti terreni prediligendo quelli compatti e molto umidi.
È foraggera adatta tanto al taglio quanto al pascolo.
TRIFOGLIO INCARNATO 
Pianta cespitosa con radice fittonante, fusto tormentoso alto fino a 80 cm. A seconda delle condizioni climatiche si semina dall’estate all’autunno inoltrato ed anche in inverno. Resiste bene al freddo, ma nelle regioni settentrionali e nei terreni argillosi, soprattutto se seminato tardi, può subire gravi danni per sradicamento da gelo.
Il trifoglio incarnato rappresenta una pianta interessante per i terreni sciolti, asciutti e poveri di calcare, dove la veccia ed il pisello forniscono in genere delle prestazioni produttive piuttosto scarse. Il foraggio verde non provoca meteorismo.
TRIFOGLIO LADINO GIGANTE
Speciale ecotipo, selezionato nella Valle padana, noto col nome di ladino.
E’ adatto ai climi temperato umidi, quanto a terreno esige quelli sciolti, leggeri, ben provvisti di calce, non necessariamente profondi purché irrigati.
Il trifoglio bianco è il più adattabile dei trifogli e per questo ha un’importanza grandissima nel miglioramento dei pascoli o nell’impianto dei prati-pascoli. Nell’avvicendamento prende il posto tra due cereali: frumento o riso.
Il foraggio falciabile di trifoglio bianco è costituito esclusivamente dalle foglie e dalle infiorescenze con i loro piccioli: è perciò molto acquoso, ma anche molto digeribile.
TRIFOGLIO PRATENSE
Leguminosa poliennale, si adatta bene ai climi temperato-freddi resistendo bene al freddo, mentre nei climi temperato-aridi necessita di sufficiente umidità del terreno.
Viene utilizzato per prati alterni monofiti (durata economica 2 anni) ma anche in miscuglio con graminacee ed altre foraggere leguminose.
Si impiega per la produzione di fieno, pascolo o insilato. Ottimi livelli qualitativi del foraggio.
TRIFOGLIO SOTTERRANEO
Leguminosa annuale, con steli che formano una fitta trama vegetativa che fa maturare il seme nel terreno o al di sotto della vegetazione (da ciò deriva il suo nome).
E’ adatta a climi temperati caldi con inverni umidi e moderatamente freddi.
TRIFOGLIO SQUARROSO
Pianta annua, eretta, alta, radice fittonante sottile, assai ramificata.
E’ a ciclo autunnale-primaverile, alquanto resistente al freddo, potendo sopportare allo stadio di rosette temperature di 10° sotto zero.
Di elevato valore nutritivo anche se a contenuto di grassi inferiore a quello del Trifoglio alessandrino e del Trifoglio incarnato.
Ottimo anche per il fieno.
Il trifoglio come foraggio per cavalli
Il trifoglio può essere una buona fonte di alimentazione per cavalli perché fornisce energia utile, proteine e fibre adeguate. Quindi può far parte del fieno polifita (di essenze miste) che si somministra regolarmente ai cavalli.
Essendo una leguminosa, dunque un fieno proteico, non è il caso di somministrare al cavallo un fieno di solo trifoglio, che in ogni caso non si troverebbe in circolazione perché il trifoglio è compreso in pascoli e miscele di fieno, ma non è utilizzato come monocoltura foraggera.
Ai cavalli al pascolo piace mangiare trifoglio, perché fornisce molta più energia rispetto ad altre fonti di alimentazione. A causa della proteina supplementare, fieni polifiti con trifoglio sono fieni ricchi, adatti all'alimentazione di puledri in crescita, fattrici e cavalle in lattazione, cavalli che fanno addestramento o lavoro pesante.
Il fieno ricco di leguminose come il trifoglio non è una buona scelta invece per cavalli sedentari, obesi, o che devono fare una alimentazione a basso contenuto proteico per patologie di cui sono afflitti.
Precauzioni
A volte il trifoglio può dare fotosensibilità. Ciò può succedere se il cavallo ne mangia troppo di fresco o se è conservato in modo scorretto.
Il trifoglio impiega più tempo ad asciugarsi rispetto ad altre specie foraggere. Per evitare muffe e altre inconvenienti, controllare che l'essicazione sia avvenuta correttamente e che il fieno non contenga muffe, polveri, patogeni.
Coliche e Laminiti da pascolo
Il pascolo per cavalli non abituati può aumentare la possibilità di coliche e laminiti. Acclimatare con gradualità i cavalli al pascolo primaverile può prevenire questi rischi. Inoltre, occorre fare attenzione ad immettere i cavalli al pascolo dopo le gelate, in quanto le piante possono contenere più zucchero.
Non piantare prati di solo trifoglio per il pascolo del cavallo.
Ma non preoccuparsi se nel pascolo crescono spontanee delle piante di trifoglio tra le altre essenze erbose, perché in natura i trifogli sono una pianta molto comune, diffusa in tanti prati e ai margini di boschi e foreste, nota sin dall'antichità per essere un buon foraggio per il bestiame (il trifoglio è anche chiamato il «pane del latte»), sia perché il trifoglio è impiegato nella rotazione agraria per l’arricchimento del suolo. Quindi, i cavalli che vivono in natura dove cresce il trifoglio spontaneo adatto alla loro alimentazione, lo mangiano.