Qualsiasi allevatore responsabile di cavalli sa che la salute del puledro dipende dalle cure prestate alla fattrice in gestazione.

La gravidanza nella cavalla dura 11 mesi. Per i primi 3 mesi la cavalla non ha bisogno di alimenti extra rispetto alla sua dieta abituale. Comincerà ad aver bisogno di più erba o foraggio a partire dal secondo trimestre della gestazione.

L'alimentazione ideale della fattrice da questo momento in poi (in mancanza di pascolo abbondante) è il foraggio di qualità (quindi con presenza di leguminose) possibilmente a volontà. E nulla altro.

Se la cavalla non può avere quotidianamente l'integrazione di alimento fresco (dal pascolo) o selezionato (nella pietanza servita dal proprietario), a partire da quinto/sesto mese di gestazione si dovrà ricorrere ad un integratore di vitamine e minerali importanti al feto in sviluppo. Questo perché il fieno essicato perde parte delle sue priorità nutrizionali presenti nell'erba fresca, come preziose vitamine e minerali per la crescita e la salute del nascituro.

Quando la cavalla non mangia a sufficienza e in modo qualitativo, aumentano i rischi di malformazioni fatali. Nel peggiore dei casi, l'embrione potrebbe effettivamente morire a causa della cattiva alimentazione della cavalla. In generale, se l'embrione sopravvive, una bassa concentrazione di vitamina A (si trova nei vegetali freschi), calcio (si trova nelle leguminose, in ortaggi e in semi oleosi), magnesio e fosforo (si trovano nei cereali e leguminose), può contribuire alla nascita di animali indeboliti e ad una maggiore suscettibilità alle sfide per la salute.

Non c'è modo di sapere se la fattrice sta ricevendo abbastanza vitamine e minerali dal modo in cui appare all'esterno. Sicuramente una cavalla in gravidanza non dovrebbe apparire magra. Ma al di là di questo, anche con un peso adeguato rispetto alla gravidanza, ci potrebbero essere lacune di elementi importanti per lo sviluppo ottimale del feto. Si possono fare esami ematici in caso di dubbio. O prevenire la lacuna di quelle vitamine e minerali dando regolarmente alla cavalla una dose di fresco e nella proporzione giusta. Se ciò non è possibile, ecco allora che mangimi miscelati appositamente, o integratori, che hanno già quanto serve possono compensare la lacuna di fresco nella dieta fino alla data del parto.

Una volta che il puledro è nato, specialmente se non si dispone di fieno qualitativo, serviranno più proteine o la cavalla dimagrirà rapidamente. Dovrebbe invece conservare il suo peso forma.

Se dimagrisce, è evidente che non sta mangiando a sufficienza. Il fieno qualtitativo (con presenza di leguminose) già contiene una buona dose di proteine. Ma spesso l'apporto del fieno non basta per cavalli che fanno sport, lavorano o cavalle in lattazione. Per questo si somministrano le granaglie, non troppe, il giusto per favorire l'abbondanza di latte per i primi 2/3 mesi di allattamento, quando le poppate arrivano al loro picco. Dalle 10 settimane di vita, il puledro comincia sempre di più a mangiare alimenti solidi e il latte materno comincia a calare, fino all'ultima poppata all'incirca verso i 6 mesi.

Cute Foal Horse Wallpaper 800x600Purtroppo l'alimentazione del cavallo, come quella dell'umano, va sempre aggiustata per stagione, condizione di salute, età, mole di lavoro.

Quando si ragiona per ideali si perde facilmente il contatto con la realtà, che quasi mai è ideale. Per questo se l'ideale è il pascolo ... pochi cavalli ne beneficiano. Se l'ottimale è il fieno di qualità sempre disponibile, non sempre i cavalli ne hanno a disposizione. Mangimi e granaglie compensano la mancanza dell'ideale e dell'ottimale. Sono "mali" necessari per il cavallo domestico. Del resto non è che l'alimentazione dell'umano sia sempre ideale, anche quella è fatta di compromessi, del tempo e risorse - materiali e non solo - che si hanno da mettere a disposizione della cura dell'alimentazione.

Ma se il mangime è un male necessario, che compensa alle lacune di pascolo, di fresco, di fieno qualitativo, è altresì impossibile pensare a una dose di "pietanza" extra fieno che vada bene per tutti i cavalli, per tutto l'arco della loro esistenza. Si potrebbe dire che 2 kg di granaglie al giorno è la dose di sicurezza per la maggior parte dei cavalli, per non cadere nell'eccesso di proteine, anche quello problematico. Ma poi nel caso del singolo cavallo specifico, la dose può variare a seconda delle circostanze, della quantità e qualità del fieno disponibile, delle condizioni di salute, del tipo di cavallo, del lavoro o situazione di vita in cui è impegnato, dell'età.

I cavalli sono animali abitudinari, che soffrono dal cambio repentino dell'alimentazione. Per questo, parlando di fattrici, è solo osservando tutti i giorni la cavalla, che si potrà aggiustare la sua dieta senza cambi repentini. Posto che il fieno di qualità in abbondanza soddisfa la maggior parte delle esigenze nutrizionali, e che non bisognerebbe mai rinunciare ad un fieno di qualità per investire di più in integratori e mangimi, per il resto, se la cavalla è abituata ad avere una piccola dose quotidiana di "pietanza", fatta da fresco e/o da granaglie, è sulla dose quotidiana che si andranno a fare le piccole modifiche per adattare l'integrazione al ciclo di vita prima del feto e poi del lattante.

Infine, meglio non aver premura a ingravidare la cavalla. Il mercato del cavallo è in stallo oramai da almeno un decennio. E' difficile vendere bene i puledri. O sono figli di campioni, e hanno un mercato di lusso speciale, ma guarda a caso il prezzo del puledro dipende non solo da chi sono i genitori, ma da chi è l'allevatore, o il costo di sostegno di una gravidanza, parto, svezzamento, arrivo all'età giusta per cominciare l'addestramento è superiore a quanto si può realizzare con la vendita del puledro purchessia. A meno che non si desideri realmente un puledro per sé, occorre lasciare l'allevamento a professionisti affermati del settore. E' un regalo che si fa alla comunità dei cavalli, sempre più inflazionata da puledri che nessuno vuole, tranne il macellaio di carne equina.

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